Titani o Titanic: la risposta delle Aziende ai cambiamenti climatici

Gli organi direttivi della maggior parte delle Azeinde non sono in grado di valutare adeguatamente le possibilita’ e i rischi derivanti dal cambiamento climatico e dalla scarsità di risorse oltre l’orizzonte di pianificazione aziendale. Questo e’ qil riassunto di uno studio pubblicato di recente dall’organizzazione indipendnete britannica Carbon Trust.

Il rapporto intitolato “Titani o Titanic? Comprendere la risposta delle imprese ai cambiamenti climatici e alla scarsità di risorse” esamina in dettaglio il motivo per cui le azioni delle aziende oggi non sono neanche lontanamente sufficienti per affrontare le principali sfide ambientali davanti alle quali si trova la societa’.

È come se le imprese vivessero in due realtà’ diverse: esse riconoscono e accettano i rischi e le opportunità di un futuro sostenibile per l’ambiente, ma continuano a concentrarsi sul breve termine. Nonostante la percezione che i fattori di cambiamento continueranno a diventare più forti nel prossimo futuro, la maggior parte delle imprese snon embra avere una chiara visione su come gestire efficacemente la transizione.

Le analisi condotte da Carbon Trust per questo studio si basano su sei mesi di interviste approfondite con una gamma di esperti di affari, finanza, governo, del mondo accademico e della società civile. Il Carbon Trust ha inoltre commissionato ricerche di mercato indipendenti con 229 dirigenti responsabili di Azeinde in cinque regioni: il Regno Unito, Sud Africa, Sud-Est Asia, America Latina e Stati Uniti.

Spiegando il ruolo importante degli organi amministrativi, Tom Delay, direttore esecutivo del Carbon Trust, ha dichiarato: „Le aziende sono sia un problema sia la soluzione. Esse riuniscono le capacità produttive, tecniche e finanziarie per guidare la transizione globale verso un futuro sostenibile, a basso contenuto di carbonio. Ma è fondamentale che gli organi amministrativi valutino correttamente e quantificare i rischi a lungo termine e le opportunità di creazione di valore aggiunto del cambiamento climatico e della scarsità di risorse, per prendere una rotta sicura in acque pericolose”.

Sir Mark Moody-Stuart, presidente della Fondazione per il Global Compact delle Nazioni Unite, che ha precedentemente lavorato come presidente di Shell e Anglo American ed è stato nei consigli di amministrazione di molte aziende tra cui HSBC e Accenture, ha aggiunto la sua voce alla richiesta di membri del consiglio di prendere un ruolo più importante: “Il rapporto mette in evidenza la dicotomia delle due realtà riconosciute dalla maggior parte delle aziende – le esigenze che devono essere incontrato oggi, basate in genere su un modesto processo di cambiamento, e i cambiamenti molto più radicali necessari se vogliamo soddisfare quello che a volte può sembrare una sfida ancora lontana. Questo divario si e’ chiuso solo in misura modesta nel corso degli ultimi venti anni. Chiuderlo alla velocità desiderata portera’ ad un allineamento senza precedenti e a una azione combinata di affari, investitori, governi e consumatori. Nessuno gruppo può progredire senza il sostegno degli altri.

 

Il rapporto completo, in INglese, si trova QUI