„Gli Stati Uniti d’America e la Repubblica popolare cinese devono giocare un ruolo fondamentale nella lotta contro il cambiamento climatico, una delle maggiori minacce per l’umanità. La serietà di questa sfida richiede che le due parti lavorino insieme per il bene comune“: con queste parole si apre la dichiarazione congiunta di Stati Uniti e Cina annunciata il 12 novembre scorso. Si tratta di una dichiarazione storica perché fino ad oggi la Cina non si era mai posta obiettivi chiari e precisi di riduzione delle emissioni di CO2. Eppure, come affermato da più parti, uno sblocco a livello mondiale nelle politiche del clima doveva necessariamente passare da un impegno di entrambe queste Nazioni, oggi tra i più grandi emettitori di gas serra. La Cina si impegna a limitare le emissioni di gas serra e aumentare al 20% quantità di energia consumata derivata da fonti rinnovabili entro il 2030. Per gli Usa invece l’obiettivo è raggiungere una riduzione delle emissioni del 26-28% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2025. Secondo le opinioni del settore ambientalista non è tanto la dimensione di questi obiettivi a dover rendere soddisfatti, ma il fatto stesso che si siano posti dei limiti laddove prima questi o non c’erano o erano molto timidi. Un segnale politico importante e un buon auspicio per i negoziati sul clima di Parigi nel 2015.
