Alla recente conferenza Gustav Lorentzen sui liquidi naturali e’ stata fatta anche una presentazione da parte del Prof Jiang Shen dell’Università per il commercio Tianjin University sugli incidenti occorsi in Cina negli ultimi tempi in impianti ad ammoniaca.
Analizzando 70 casi, il professore afferma che il 50% di questi è avvenuto per sversamenti di ammoniaca dovuti ad un errore umano mentre il 40% è risultato causato da violazioni dei regolamenti o uso improprio di materiali.
La maggior parte degli incidenti comunque sono correlati ad una mancanza di esperienza da parte dei tecnici o di conoscenza delle misure di sicurezza. Si torna dunque ad un punto che sembra essere comune in tutto il mondo, Europa compresa: la formazione tecnica è essenziale per una corretta gestione degli impianti. Il professore sostiene che, sebbene l’ammoniaca sia utilizzata in Cina ormai da sessant’anni, la maggior parte degli incidenti sia avvenuta negli ultimi dieci anni, periodo che ha visto un declino del numero di tecnici con conoscenze generaliste e quindi anche nel settore dell’ammoniaca.
Accanto alla mancanza di competenza e scorretta gestione degli impianti ad essa conseguente, sono state evidenziate anche altre cause di incidenti:
- Design e installazioni fatte in maniera illegale;
- Attività di sbrinamento non fatte propriamente;
- Alterazione delle strutture dovute ad invecchiamento o scarsa manutenzione;
- Uso di materiali non conformi agli standard;
- Uso di fiamme aperte.
In aggiunta a ciò la mancanza assoluta di allarmi o impianti simili e incapacità da parte dello staff di evacuare l’edificio peggiorano il quadro della situazione. Ben si accoglie dunque la diffusione sempre maggiore di impianti a CO2 in cascata con l’ammonica, dove il carico di ammonica è più limitato e il circuito dell’ammonica è isolato in una parte specifica dell’Edificio. Ma questa è ovviamente solo la cura. La prevenzione – ovvero la formazione tecnica – è la vera soluzione al problema.