Il decennio 2014-2024 e’ stato dichiarato dall’ONU come il decennio dell’ “Energia Sostenibile per Tutti“, ponendo al mondo l’obiettivo di migliorare l’accesso per tutti all’energia pulita, giusta, economicamente sostenibile. Ci sembra una scelta importante perché sottolinea chiaramente l’importanza dei temi energetici per lo sviluppo sostenibile nel mondo e per la affermazione di una maggiore equità sociale. Che c’entra l’equità sociale con l’energia? Se non trovate risposta, ve la diamo noi, snocciolandovi solo un paio di dati. Vi sono al mondo 1,2 miliardi di persone (miliardi, non milioni!) che non hanno accesso alla rete elettrica e ben 2,8 miliardi che non hanno possibilità di cuocere il cibo in maniera igienica e sicura; oltre un miliardo di persone al mondo sono curate in centri medici non collegati alla rete elettrica; nel 2010 sono state 287.000 le donne che sono morte per complicazioni in gravidanza o durante il parto, molte delle quali sarebbero potute essere salvate anche solo con un minimo di luce e corrente elettrica per gli apparecchi medici; vi sono ospedali che non possono permettersi di conservare vaccini salva vita perché non hanno l’elettricità necessaria per raffreddarli; il 50% dei bambini dei paesi in via di sviluppo frequenta scuole che non hanno energia elettrica; in questi paesi vi sono medici che operano d’urgenza facendosi luce con lampadine da minatore, perché la poca energia a disposizione (quando c’è) va usata per le macchine mediche.
A queste situazioni, che oggi – anno domini 2014 – non sono fantasia, si aggiungono quelle di chi invece l’energia ce l’ha, ma gliela portan via gli altri, lasciandogli in cambio un paesaggio agricolo distrutto e sterile. Il delta del Niger insegna! Non ne conoscete la storia? Guardatevi QUESTO video!
È l’energia che sempre più si manifesta come il filo rosso tra sviluppo, pace e ambiente. È l’energia sostenibile la risposta alla soluzione di problemi sociali, geopolitici, ambientali. Un accesso all’energia pulita e accessibile diventa la nuova opportunità di crescita: dell’economia, dei posti di lavoro, della resilienza delle comunità. Senza dover chiedere prestiti alle generazioni future, senza ipotecare il domani di nessuno. Benvenuti in un decennio che promette di investire sul futuro!