Il 23 luglio la Commissione Europea ha proposto un obiettivo del 30% per l’efficienza energetica entro il 2030, lasciando agli Stati Membri la decisione di alzare o meno questa soglia nel loro prossimo incontro che si terrà a fine ottobre. Così la nuova politica europea al 2030 potrebbe essere: 30% come obiettivo di efficienza energetica, 27% come obiettivo per le rinnovabili e 40% come obiettivo per la riduzione delle emissioni di CO2.
La Commissione ha definito il target di efficienza energetica „raggiungibile“ e nello stesso tempo „ambizioso“, un buon equilibrio tra costi e benefici, suggerendo che un target superiore non avrebbe incontrato il favore del Consiglio dei Ministri.
Secondo la stampa estera Francia e Germania avrebbero però definito questo risultato un compromesso. E sono molte le associazioni che definiscono questo target una “occasione sciupata”. In Italia Legambiente in primis e le fa eco il WWF che afferma “Questo target non richiede nessuno sforzo ulteriore né rappresenta una richiesta obbligatoria verso gli Stati Membri. La Commissione, quindi, non è stata in grado di cogliere l’opportunità di affrontare, nel contempo, la sicurezza energetica e il cambiamento climatico”. L’Associazione, insieme ad altre ong aveva suggerito un target di efficienza energetica di almeno il 40% per il 2030. Ma non solo loro… se non ricordiamo male anche in Parlamento all’inizio dell’anno si parlava di obiettivi al 40%.
E che dice la scienza? Uno studio pubblicato nel 2013 dall’Istituto Fraunhofer (QUI) indicava che l’Europa ha una potenzialità di un 40% di efficienza energetica e che cogliere questa possibilità significherebbe per l’Unione rafforzare e rendere più competitiva l’industria, aumentare l’indipendenza energetica, diminuire le emissioni di CO2 e dare finalmente un segnale forte nella lotta contro il cambiamento climatico.
Forse davvero un’altra occasione persa…
QUI il documento della Commissione