De Rigo: refrigerazione Made in Italy

Paolo Zenatto

Si può parlare di “Made in Italy” anche nella refrigerazione? A guardare De Rigo Refrigeration la risposta è affermativa. Importante produttore di banchi a temperatura controllata per il retail, l’Azienda progetta e produce esclusivamente nella sede di Sedico, in provincia di Belluno. Da lì i banchi partono e vanno in Italia, in Europa, in Israele, in Sud America, Australia e altrove, portando non solo il design, ma anche la tecnologia e le competenze italiane. Sì, perché sempre più spesso questi banchi sono a CO2 e sappiamo – o dovremmo saperlo – che la tecnologia a CO2 per la refrigerazione si è sviluppata e affermata grazie a importanti contributi italiani. Ma andiamo con ordine e guardiamo quali sono gli sviluppi che attendono De Rigo nel futuro prossimo. In dialogo con Paolo Zenatto, Amministratore Delegato di De Rigo Refrigeration.

De Rigo Refrigeration sul mercato

Con un fatturato di circa 60 milioni, in Italia De Rigo si pone al

Vista dall’alto dei 45.000 mq di stabilimento De Rigo Refrigeration ai piedi delle Dolomiti

terzo posto come produttore di banchi frigoriferi per il Retail. Una posizione di tutto rispetto, in assoluto ma a maggior ragione se si pensa ai giganti che dominano il mercato italiano. I prodotti De Rigo sono destinati per il 50% circa al mercato italiano e per il 50% all’estero. E se qui il mercato principale è l’Europa – soprattutto Benelux, Francia, Germania, Spagna (dove l’Azienda ha una filiale commerciale) ed Est Europa – i mobili De Rigo conquistano anche i retail dell’America Latina. Anzi – afferma Zenatto – l’America Latina si sta rivelando un mercato molto interessato alla sostenibilità, alla CO2 e in grado di accogliere questa tecnologia e gestirla nel migliore dei modi.  «Dalla fine del 2020 abbiamo realizzato in America Latina oltre 10 impianti a CO2 per supermercati e depositi logistici. Essi stanno funzionando molto bene anche grazie al supporto di partner locali che sono stati formati, sono stati seguiti e che continueranno a perseguire questa strada perché ne sono soddisfatti e non vedono controindicazioni a questa tecnologia nel loro paese. Certo, è richiesto uno sforzo iniziale: il partenariato deve essere a lungo termine, stabile, affidabile, ma una volta trovato il partner giusto, non vi sono particolari criticità da risolvere». 

Partner affidabile e a lungo termine

Alcuni modelli dell’ultima gamma di prodotto presentata da De Rigo a Euroshop 2023, all’insegna dell’efficienza

De Rigo nasce nel 1965 nel “leggendario” Nord Est italiano. A Trichiana, in provincia di Belluno, Ennio e Walter De Rigo fondano la Surfrigo che si occupa della produzione di banchi frigoriferi plug-in e celle frigorifere. Ampliata poi alla fine degli anni ’80 con lo sviluppo di banchi remoti, nel 1990 acquisisce Detroit, storica azienda attiva sin dal 1953 nel campo della refrigerazione industriale. Il marchio De Rigo nasce nel 2005 a seguito della fusione degli stabilimenti Surfrigo di Trichiana e Pomezia e della Detroit e oggi fa capo alla holding della famiglia fondatrice De Rigo, comprendente anche le industrie De Rigo Vision, tra i leader mondiali nella produzione di occhiali, e De Rigo Real Estate in ambito immobiliare.
La crescita dell’azienda continua nel secondo decennio del 2000 sia sotto l’aspetto commerciale, con l’apertura di nuove filiali in Spagna, Emirati Arabi e Perù, sia dal punto di vista industriale, con il lancio di una nuova gamma di centrali refrigeranti a CO2.

Cinquantasette anni di attività indipendente sul mercato italiano non sono quisquilie e indicano non solo una capacità tecnica ma anche una visione di business e una filosofia particolare nel rapporto con i clienti.  E questa filosofia è nel DNA dell’Azienda che da sempre vuole esser un partner affidabile. «Questo è un atteggiamento che paga e noi lo portiamo avanti con soddisfazione: creiamo rapporti stabili, rapporti duraturi. Questa è la base per il nostro proseguimento. Adottiamo la stessa filosofia con i nostri partner di lavoro nel mondo, con i quali cerchiamo sempre un rapporto solido nel tempo. Perché solo così possiamo costruire un modello di business duraturo e sostenibile per tutte le parti coinvolte».

Identificare le esigenze del Cliente

Nella filosofia aziendale di De Rigo Refrigeration, il Cliente occupa

Alcuni modelli dell’ultima gamma di prodotto presentata da De Rigo a Euroshop 2023, all’insegna dell’efficienza

una parte centrale. Questo si traduce non solo nel presentarsi come partner affidabili e stabili ma anche nella tensione a comprendere tempestivamente le esigenze del cliente e a tradurle in un prodotto che risponda ad esse. Da qui i driver che guidano la progettazione dei prodotti a firma De Rigo: efficienza energetica e soluzioni sostenibili intese come soluzioni durature nel tempo e a bassa impronta carbonica. Queste sono, infatti, le due caratteristiche principali dell’ultima gamma di prodotti De Rigo, che l’azienda ha presentato in anteprima a Euroshop ma che vedranno l’ingresso sul mercato nel corso dei prossimi mesi. Ma non solo: «Le tendenze oggi sul mercato sono tali per cui sempre di più i negozi riducono la loro dimensione, ma vogliono mantenere la capacità espositiva dei prodotti e al contempo avere una impronta carbonica minore. Occorre dunque ottimizzare non solo l’efficienza ma anche il design, gli spazi, le superfici espositive».

Assistenza e service post vendita, importanti quanto il prodotto

Ma vi è dell’altro: «Oggi i nostri clienti vogliono aprire in poco tempo: i cantieri devono durare poco, i banchi devono essere facili da avviare e facili da gestire. Di contro, però, si osserva una carenza di tecnici frigoristi, situazione che accomuna il settore italiano a quello europeo. E le due cose sono in contrasto. Per questo De Rigo Refrigeration sta puntando sul servizio che oggi comprende sempre più necessariamente telegestione, manutenzione predittiva e a distanza. Utilizziamo servizi cloud e ne stiamo sviluppando alcuni proprietari in modo da poter assistere da remoto al meglio i nostri clienti». Non solo. Spiega Zenatto: «De Rigo monitora il comportamento dell’impianto sempre e comunque nei primi mesi di funzionamento e, in base al modello di consumo del punto vendita, ne ottimizza le prestazioni. Seguire il prodotto nei primi mesi dopo l’avviamento è un tratto fondamentale della nostra offerta e del nostro servizio post-vendita».

La refrigerazione che avanza? Quella naturale

Secondo l’esperienza di De Rigo, gli impianti nuovi o le ristrutturazioni importanti sono per il 90% a CO2perché questo è il futuro della refrigerazione. «Ma laddove si tratti di ristrutturazioni più semplici – e quindi si decida di mantenere il refrigerante esistente HFC – molto spesso i clienti chiedono di adeguare le linee con componenti che eventualmente un giorno permettano di poter passare più facilmente alla CO2. Questo indica un interesse latente per tale tecnologia anche laddove ancora domina l’HFC. Quindi credo che si stia sempre più affermando la consapevolezza che prima o poi tutto funzionerà a refrigerante naturale. E questo per le centrali significa CO2, soluzione valida e ormai affermata. Personalmente non vedo motivo per cui non la si possa abbracciare». Forse perché nei climi caldi è difficile da gestire?  «Di per sé, dal punto di vista tecnologico le temperature elevate non sono più un problema. L’esperienza di De Rigo con la CO2 nei climi caldi è estremamente positiva.  De Rigo con i suoi banchi è arrivata persino in Israele e qui essi funzionano senza problemi. Certo, nei climi caldi bisogna ottimizzare gli impianti con alcune configurazioni. Questo ne aumenta il costo iniziale ma i costi decrescono ed essi non saranno più un tema nel futuro prossimo» afferma Zenatto. Ma vi è anche dell’altro: «La normativa cambia, la F gas cambia, i gas sintetici hanno costi crescenti, degli HFC non si sa cosa succederà. Arriveranno nuovi blend? Nuovi compressori saranno rintracciabili? Ci sono molte perplessità e per chi non vuole rischiare la CO2 è sicuramente una soluzione. Il gas refrigerante è sempre uguale a sé stesso, i componenti ci sono, quindi…». E le alte pressioni? «Talora i tecnici sono spaventati dalle alte pressioni ma se esse sono ben gestite non costituiscono un problema. Per chi, come noi, da anni lavora con la CO2 queste non sono caratteristiche che destano preoccupazione alcuna e il nostro lavoro e i nostri risultati dimostrano al meglio come gestire questa tecnologia che ha tutte le carte in regola per poter risolvere molte delle sfide attuali della refrigerazione» conclude Zenatto.

(L’articolo completo sul numero di dicembre di Zerosottozero)