EIA: un Trattato globale sui combustibili fossili per fare fronte al cambiamento climatico

Variazioni in °C della della temperatura medi annua della superficie terrestre rispetto ai livelli pre-industriali

Con le inondazioni, le ondate di calore e altri eventi meteorologici estremi che hanno dominato questa estate i titoli dei giornali, è più che chiaro che il mondo si trovi nel mezzo di un’emergenza climatica in rapida accelerazione.

La causa principale di questa crisi è l’estrazione e l’uso dei combustibili fossili – e il team Clima della ong EIA – Environmental Investigation Agency del Regno Unito si schiera a favore della campagna internazionale per l’adozione di un trattato globale sui combustibili fossili.

La campagna, denominata anche Fossil Fuel-Non-Proliferation Treaty Initiative (FFNPT), è stata avviata nel 2019 per porre fine alla produzione di nuovi combustibili fossili e per eliminare gradualmente la produzione esistente di combustibili fossili, sostenendo al contempo una giusta transizione per tutti i Paesi.

I combustibili fossili sono la ragione principale per cui il sistema climatico del nostro pianeta sta andando fuori controllo. Sono responsabili di emissioni significative di anidride carbonica (CO2) e metano (CH4) durante il loro ciclo di vita – dall’estrazione nelle miniere di carbone e nei pozzi di petrolio e gas fino alla combustione nelle nostre case, industrie e veicoli.

Attualmente, i combustibili fossili forniscono circa l’80% dell’energia mondiale e sono necessarie rapide riduzioni se vogliamo avere una possibilità di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C secondo l’Accordo di Parigi.

Ma i governi del mondo stanno pianificando di produrre nel 2030 una quantità di combustibili fossili più che doppia rispetto a quella che, secondo gli scienziati, è compatibile con la limitazione del riscaldamento a 1,5°C, il parametro di riferimento concordato a livello globale per evitare cambiamenti climatici catastrofici.

Allo stesso tempo, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha stimato che i sussidi globali ai combustibili fossili nel 2022 ammontavano all’incredibile cifra di 7.000 miliardi di dollari.

Clare Perry, responsabile della campagna per il clima della EIA, ha dichiarato: «Il nostro pianeta ha appena registrato i tre mesi più caldi mai registrati – luglio, luglio e agosto – con impatti ambientali, economici e sociali devastanti. Quest’anno è stato il più caldo, il più piovoso, il più tempestoso e il più irregolare mai registrato, con una serie infinita di ondate di calore, inondazioni e incendi».

E prosegue: «La scienza del cambiamento climatico e la sua realtà sul campo non hanno mai reso più chiara di così la nostra terribile situazione: come possono i governi continuare a offuscare, ritardare e negare quando sanno che ci stiamo rapidamente avvicinando a un punto di non ritorno?».

Nell’unirsi allo sforzo globale per ottenere un Trattato sui combustibili fossili, l’EIA sta cercando di garantire che il nuovo strumento internazionale si basi su tre elementi chiave:

  • Trasparenza e responsabilità. Le nazioni dovrebbero garantire la trasparenza e la responsabilità attraverso la stesura di rapporti periodici e la creazione di un registro globale dei combustibili fossili.
  • Impegni e transizione. Le nazioni devono impegnarsi a cessare l’espansione della produzione di nuovi combustibili fossili, compresi l’esplorazione e gli investimenti in infrastrutture, e a intraprendere un’eliminazione graduale e gestita della produzione esistente di combustibili fossili entro tempi specifici.
  • Assistenza finanziaria. Le Nazioni dovrebbero garantire che nessun Paese o comunità venga lasciato indietro, fornendo assistenza tecnica e finanziaria ai Paesi in via di sviluppo per promuovere una transizione giusta ed equa.

Il Trattato sui combustibili fossili integrerebbe la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) e il suo Accordo di Parigi, fornendo un quadro di governance per regolare direttamente la produzione di combustibili fossili con misure dal lato dell’offerta. Questo approccio è già stato intrapreso con successo dai governi del mondo per affrontare il problema del buco dell’ozono terrestre attraverso il Protocollo di Montreal sulle sostanze che impoveriscono lo strato di ozono, ampiamente considerato come l’accordo ambientale multilaterale di maggior successo di sempre.

L’EIA si unisce a una coalizione di oltre 2.000 organizzazioni della società civile per creare la volontà politica e il mandato per un nuovo trattato e le basi su cui fondare i negoziati.

«Ci impegneremo con i responsabili politici e le parti interessate a convocare un comitato per sviluppare il nuovo trattato, basandoci sulle esperienze del Trattato globale sulla plastica e dell’Emendamento di Kigali al Protocollo di Montreal» afferma l’Ong.