EHPA: il piano dell’UE incentiverà le pompe di calore, ma gli obiettivi sono troppo bassi

La legge dell’UE sull’industria a zero emissioni, pubblicata recentemente, dimostra il suo impegno per la leadership europea in settori sostenibili tra cui le pompe di calore.

Tuttavia, secondo EHPA, l’associazione europea delle pompe di calore, l’atto è troppo poco ambizioso e manca di dettagli per sostenere pienamente il settore delle pompe di calore, che contribuisce alla decarbonizzazione degli edifici e dell’industria europei.

La legge, infatti, fissa un obiettivo per le pompe di calore di 31 GW di capacità produttiva entro il 2030. Si tratta di una cifra molto inferiore a quella prevista da EHPA. Anche uno scenario di crescita prudente porterebbe a 47 GW entro il 2030, oltre il 50% in più. Questo partendo dai 21,95 GW di pompe di calore di produzione europea installati in Europa nel 2022.

Secondo EHPA sarebbe più pertinente includere l’obiettivo del piano REPowerEU di raddoppiare le vendite di pompe di calore entro il 2026 e aggiungere obiettivi intermedi.

«Questo piano per l’industria a zero emissioni non è solo una risposta all’Inflation Reduction Act degli Stati Uniti. È estremamente significativo per le industrie sostenibili come le pompe di calore. Deve essere rafforzato nel prossimo piano della Commissione Europea per le pompe di calore attraverso obiettivi di sottosettore e definendo un percorso verso gli obiettivi di REPowerEU» ha commentato Thomas Nowak, segretario generale dell’Associazione Europea Pompe di Calore.

Oggi il 60% delle pompe di calore vendute in Europa è prodotto in Europa e, dato il record di vendite del settore, l’EHPA ritiene che questo livello possa essere mantenuto o addirittura ampliato con il giusto mix di misure di sostegno. L’obiettivo del 40% di produzione a cui fa riferimento la legge per tutte le tecnologie individuate è quindi, ancora una volta, troppo basso per il settore delle pompe di calore.

A tal fine, è incoraggiante vedere che la proposta di legge affronta punti critici per l’industria delle pompe di calore, come la carenza di lavoratori qualificati e la garanzia di una catena di approvvigionamento fluida. Secondo le stime dell’EHPA, il numero di dipendenti necessari per fornire al mercato le vendite del 2030 sarà compreso tra 450 e 500.000 FTE (equivalenti a tempo pieno), rispetto agli attuali 117.000 circa. Alcuni di questi saranno installatori di caldaie riqualificati, altri saranno nuovi nel settore.

«Inoltre, è fondamentale che l’industria sia in grado di contribuire alla politica industriale dell’UE. Il settore europeo delle pompe di calore è pronto ad aiutare la Commissione europea nelle prossime fasi, ad esempio partecipando alla piattaforma Net Zero Europe» ha concluso Nowak.