Un contratto innovativo, in linea con la spinta digitale

Abbiamo già affrontato – su queste pagine – il tema del contratto di categoria, che è poi sfociato nella formulazione e il deposito presso il CNEL del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro da parte di Assofrigoristi.
Mi preme qui richiamare il punto più innovativo del suo contenuto, laddove ha cercato di cogliere la trasformazione in atto nel mondo del lavoro. Accelerata, indubbiamente, dagli eventi legati al Covid-19. Mi riferisco alla spinta alla digitalizzazione.
Senza timore di smentita, quella dei frigoristi è la prima proposta organica nel mondo del lavoro che affronta il telelavoro e il lavoro agile. E, se mi è concesso, giunge da un comparto piuttosto variegato e non sempre all’avanguardia sotto l’aspetto dell’organizzazione del lavoro.
Certo, l’industria da anni ha sviluppato sistemi per il controllo impiantistico da remoto attraverso i servizi di telemonitoring. Ma la natura stessa di determinate prestazioni, per esempio manutentive, ha spesso relegato nell’irrealizzabile l’assistenza… digitale.
Così come parlare di smart-working per il frigorista può apparire un controsenso, perché spesso si ignorano i numerosi “tempi morti” dell’attività (per esempio, i trasferimenti presso i luoghi della prestazione). Da qui la necessità di rendere flessibili le prestazioni professionali, finalizzandole non tanto ad un conteggio orario ma al risultato. Non facile, presumo.
Quando saremo usciti dall’emergenza pandemica forse, per dare un senso a ciò che abbiamo vissuto, potremo dire che a qualche cosa è servita: velocizzare la modernità.