Con l’entrata in vigore del regolamento 517/2014, l’Unione Europea mira alla riduzione graduale dal mercato interno di HFC ad alto GWP. Con l’entrata in vigore nel 2015 delle limitazioni di immissione sul mercato, i prezzi di taluni HFC sono aumentati e le disponibilità diminuite. Questo ha creato terreno fertile per commerci illegali proprio di quelle sostanze diventate scarse o molto care.
Tali sostanze entrerebbero nell’UE direttamente dalla Cina o attraverso Russia, Ucraina, Turchia e Albania. I principali punti di ingresso e hotspot dell’UE per il commercio illegale sono considerati Bulgaria, Croazia, Danimarca, Grecia, Italia, Lettonia, Polonia e Malta. Questo è quanto afferma il nuovo rapporto pubblicato dalla ong Environmental Investigation Agency (EIA) dal titolo “Porte aperte: il fiorente commercio illegale di idrofluorocarburi (HFC) in Europa”.
Clare Perry, leader della Campagna per il Clima presso EIA, ha affermato: «Ridurre l’uso di HFC è uno degli strumenti più efficaci per prevenire il cambiamento climatico. Ma l’impatto di questa misura potrebbe essere significativamente compromesso dal commercio illegale di refrigeranti».
Il rapporto è la ricerca più completa del suo genere sul commercio criminale di HFC e documenta come già nel 2016 e nonostante l’enorme stock di HFC accumulato nel 2014, hanno iniziato ad emergere resoconti di HFC illegali sui mercati europei. Da allora, gli attivisti di EIA hanno visto un’escalation nella segnalazione di commerci illegali di HFC, con il 2018 che ha visto un’abbondanza nell’uso e nel commercio illegale di HFC in tutta l’UE.
Un’analisi dettagliata dei dati doganali per il 2018, riportata nello studio qui presentato, suggerisce che siano stati immessi illegalmente sul mercato europeo fino a 16,3 milioni di tonnellate di HFC sfusi, pari a oltre il 16% del contingente ufficialmente disponibile. Un gran numero di paesi dell’UE ha registrato un aumento significativo delle importazioni di HFC nel 2018, nonostante l’importante riduzione teorica di HFC del 37%.
EIA ha anche confrontato i dati doganali del 2017 con quelli riportati nel regolamento sui gas fluorurati. I dati doganali indicano ulteriori 14,8 MtCO2e di HFC immessi sul mercato europeo rispetto ai dati riportati, pari all’8,7% della quota 2017. Esistono inoltre discrepanze significative tra le cifre delle esportazioni cinesi e i dati di importazione in Europa, che potrebbero indicare dichiarazioni di importazione fraudolente.
Sophie Geoghegan, EIA Climate Campaigner, ha dichiarato: «Vi sono molte e ampie discrepanze tra i dati segnalati e quelli doganali. I dati doganali del 2018 suggeriscono che l’uso di HFC ha superato la quota di oltre il 16%. Questo corrisponde ai gas serra equivalenti alle emissioni annuali di CO2di più di quattro centrali a carbone. Chiediamo, dunque, alla Commissione europea e agli Stati membri di considerare questo tema come una questione di urgenza».
Alla fine del 2018, l’EIA ha condotto due sondaggi, uno per valutare gli sforzi degli Stati membri dell’UE per conformarsi al regolamento sui gas fluorurati e il secondo per ottenere informazioni sul commercio illegale direttamente dalle principali parti interessate del settore. Oltre l’80% delle aziende intervistate era a conoscenza o sospettava scambi illeciti di HFC e il 72% aveva visto o avuto offerte di refrigeranti in bombole usa e getta illegali.
Clare Perry ha aggiunto: «Le porte dell’UE sono aperte al commercio illegale di HFC su larga scala, guidato da profitti rapidi e basso rischio per via di misure punitive blande e per l’assenza di un sistema che permetta ai funzionari doganali di determinare se un’importazione di HFC sia effettivamente legale o meno. È assolutamente necessario un sistema di licenze funzionante e gli Stati membri devono rafforzare in modo significativo e tracciabile l’applicazione di controlli sulle quote».
Tra le raccomandazioni di EIA rivolte alla Commissione e agli Stati membri si elenca:
- la necessità di attuare un sistema di licenze di immissione sul mercato pienamente funzionale che consente ai funzionari delle dogane di determinare la legalità delle spedizioni di HFC;
- la necessità di migliorare il monitoraggio degli scambi di HFC con i paesi esportatori;
- la necessità di rivedere il divieto di bombole non ricaricabili per vietare l’uso di tutti i cilindri usa e getta;
- la necessità di migliorare la trasparenza del sistema delle quote pubblicando i nomi dei nuovi entranti e dei valori delle quote
- l’istituzione di un sistema per confrontare i dati comunicati nell’ambito del regolamento sui gas fluorurati con i dati doganali e esaminare le discrepanze.
Il rapporto di EIA è disponibile QUI