FREE: UNA STRATEGIA ENERGETICO-CLIMATICA PER L’ITALIA

Le associazioni italiane riunite sotto il coordinamento FREE

Il coordinamento FREE – Fonti rinnovabili ed efficienza energetica – ha presentato questa settimana alla camera dei Deputati un documento per chiedere che si avvii una discussione ampia sulla strategia energetica italiana al 2030 e al 2050. In particolare, si legge negli intenti del documento: «Per contribuire in modo efficace (anche sotto il profilo economico) al contenimento sotto 2°C della crescita della temperatura globale, facendo il possibile per limitarla a 1,5°C, come prescritto dall’Accordo di Parigi, occorre passare dalla definizione di una Strategia Energetica Nazionale (SEN) alla messa a punto di una Strategia Energetico-Climatica (SEC), con le seguenti caratteristiche:

  1. essere il più possibile condivisa, grazie a un approfondito processo preliminare di consultazione;
  2. avere come orizzonte temporale il 2050 e indicazioni operative al 2030;
  3. definire gli obiettivi e le azioni settoriali coerenti con il quadro strategico complessivo, massimizzando le reciproche sinergie»

Nel documento si citano le modalità di consultazione preliminare per giungere a una strategia nazionale condotte in Gran Bretagna, Germania e Francia, tutte caratterizzate da un livello di partecipazione e condivisione tra società civile e legislatori tale da permettere il raggiungimento di un elevata credibilità tra l’opinione pubblica, cosa che ha anche permesso la spedita attuazione delle strategie. In Italia, al contrario, la scelta di percorsi più spicciativi, sostanzialmente calati dall’alto, modalità sempre seguita nel Paese fino ad oggi, ha contribuito in buona misura al mancato decollo dei Piani Energetici Nazionali varati tra il 1975 e il 1988 e della Strategia Energetica Nazionale del 2013.

Per questo il coordinamento FREE chiede che si avvii un analogo processo partecipativo come nei sopracitati Stati, che si concluda in tempi ragionevoli, dando chiare indicazioni al governo sui percorsi di decarbonizzazione in grado di modernizzare l’economia ed evitare investimenti inutili.

I compiti della SEC – Per realizzare gli obiettivi indicati dall’Accordo di Parigi e dalla roadmap europea al 2050, lo sviluppo economico e sociale del nostro Paese deve garantire una riduzione tra 80 e 95% delle emissioni climalteranti entro metà secolo rispetto al 1990.

Compito della SEC deve essere – secondo il coordinamento FREE – «definire le trasformazioni richieste per realizzare queste condizioni e indicare le misure per attuarle, a partire da una crescita sostenuta dell’energia prodotta con fonti rinnovabili, in modo da coprire il 100% della domanda nel 2050: obiettivo conseguibile solo andando oltre il target attuale al 2030 (27%), superando il 30% e avvicinandosi al 40%».

Per raggiungere tali obiettivi «la SEC dovrà promuovere innovazioni tecnologiche, organizzative e territoriali, con un approccio integrato e sinergico, all’interno dei principali assi portanti del sistema Italia e in modo coordinato e coerente con il quadro definito dalle principali azioni europee nel settore, a partire dai programmi in materia di fonti rinnovabili di Energia, uso razionale dell’energia, ed economia circolare, finalizzata al riutilizzo e valorizzazione sostenibili dei prodotti a fine vita e dei residui».

Fondamentale per implementare questi obiettivi è l’introduzione nella SEC di una misura analoga a quelle di Francia e Regno Unito, che hanno definito valori del “carbon pricing”, programmandone la crescita nel tempo, in modo da far crescere le opzioni energetiche “carbon free” nei tempi richiesti per rispettare il limite dei due gradi, e nel contempo promuovere le innovazioni non solo tecnologiche che consentano la parallela, graduale conversione ecosostenibile del sistema produttivo e dei consumi.

Il ruolo dell’industria – Tra i settori di intervento per la decarbonizzazione dell’economia il documento evidenzia anche l’industria, ovvero afferma: «Il processo di decarbonizzazione nell’industria va promosso puntando sulla trasformazione green dei processi produttivi, attraverso innovazioni tecnologiche e organizzative. L’obiettivo va perseguito con la diffusione in ambito industriale sia delle fonti rinnovabili elettriche e termiche che della cogenerazione ad alto rendimento da biomassa». E aggiunge: «Gran parte del futuro efficientamento energetico del settore produttivo verrà dalla trasformazione in Industria 4.0 (con la relativa politica del governo da finalizzare anche a questo obiettivo), dall’adozione pervasiva di Internet delle Cose e dalla diffusione dell’additive manufacturing (AM), che lavora per aggiunta e non per sottrazione di materiali, eliminando gli scarti, e ha costi poco sensibili alla scala produttiva, per cui è coerente con il tessuto italiano delle PMI e con la generazione energetica distribuita, propria delle rinnovabili».

QUI il documento del coordinamento FREE