Ben 1,3 miliardi di abitanti e la seconda economia al mondo: questo è la Cina. Un paese con grossi problemi di inquinamento dell’aria: anche questo è la Cina e proprio quest’ultimo punto ha spinto il governo cinese a rivedere alcune leggi ambientali per la prima volta dopo 25 (!) anni.
Le nuove leggi, entrate in vigore nel 2015, danno non solo una forte spinta alla efficienza energetica nell’industria per poter mantenere la competitività sul mercato mondiale, ma anche una spinta alla diminuzione di emissioni di gas serra. Nel settore della refrigerazione questi due punti possono tradursi in un aumentato utilizzo dei refrigeranti naturali. Dall’analisi condotta per la redazione della nuova guida di Shecco “GUIDE TO NATURAL REFRIGERANTS IN CHINA” si vede come questo mercato non sia ancora in pieno sviluppo in Cina, ma abbia delle potenzialità enormi; come vi siano ancora molti ostacoli ma come anche la consapevolezza dell’importanza di tali tecnologie tra i policy makers stia aumentando.
Il governo cinese ha notato che i futuri sviluppi tecnologici dovrebbero concentrarsi sulla sicurezza, alta efficienza e ridotte emissioni di carbonio, caratteristiche comuni a tutti i refrigeranti naturali. Inoltre, il governo sta mettendo maggiore enfasi sul mantenimento di un vantaggio competitivo nel mercato mondiale migliorando l’efficienza energetica per tenere il passo con i progressi tecnologici di tutto il mondo. Ciò significa che se i mercati di esportazione della Cina – in particolare Europa e Nord America – adottano refrigeranti naturali, l’industria cinese seguirà questo andamento della produzione.
In Cina il refrigerante naturale per eccellenza è l’ammoniaca, utilizzata per le grandi applicazioni industriali. Nel 2014 la CO2 ha conosciuto una crescita stabile e si sta diffondendo il suo uso nelle pompe di calore. Gli idrocarburi dominano ancora solo il mercato dei frigoriferi domestici, ma si stanno a poco a poco diffondendo anche nella climatizzazione, soprattutto l’R290.