Chillventa 2014 – ECODESIGN: il punto di vista dell’industria

Notizie dal simposio ASERCOM/EPEE

La direttiva Ecodesign mira a favorire una produzione più sostenibile dal punto di vista ambientale ed eliminare dal mercato quei prodotti che non rispettano standard minimi di efficienza energetica. Essa rientra in una serie di misure che la Commissione sta attuando per raggiungere gli obiettivi del Pacchetto 20-20-20, per limitare il cambiamento climatico, ma anche per diminuire i costi energetici per i cittadini. Nello stesso tempo la direttiva contribuisce a creare un mercato più trasparente e offre ai produttori uno strumento – il marchio Ecodesign – che consente loro di vendere meglio la propria innovazione: il consumatore impara a spostare la sua attenzione dal prezzo del prodotto ad elementi qualitativi, tra cui anche il consumo energetico e l’impatto ambientale.  La direttiva avrà un impatto non secondario sul settore perche essa interesserà, tra l’altro, piccoli apparecchi per il condizionamento (<12kW), pompe di calore, piccoli apparecchi commerciali, chiller e unità condensatrici.

Le proposte attualmente sul tavolo della discussione sono però molto severe. Secondo un calcolo condotto da Emerson se queste proposte dovessero diventare realtà, l’80% dei chiller oggi sul mercato dovrebbe essere eliminato. Non dobbiamo inoltre dimenticare che l’esperienza insegna che ad una maggiore efficienza corrisponde un maggior prezzo del prodotto. Non si può aumentare la prestazione a tal punto a rendere economicamente non competitivo il prodotto, altrimenti si ottiene il contrario di quanto ci si aspettava.
L’industria è insomma ben consapevole del fatto che l’Ecodesign promuoverà migliori tecnologie e tecnologie rinnovabili, ma sottolinea anche che obiettivi troppo ambiziosi e severi rischiano di essere controproduttivi. Ciò su cui invece viene portata l’attenzione è innanzitutto la necessità di una migliore sorveglianza di mercato, per assicurare che ci sia veramente l’ambita trasparenza, e quindi di non dimenticare che, se l’efficienza energetica è importante, altrettanto importate è un uso „intelligente“ dell’energia. Ovvero? Maggiore attenzione a recupero e utilizzo dei cascami di calore e alla migliore integrazione tra domanda/richiesta di energia.