USA: emissioni incontrollate F-gas denunciate da EIA – alcune dichiarazioni

Come recentemente riportato, EIA ha pubblicato un documento in cui si denunciano emissioni incontrollate di gas fluorurati dannosi per l’ozono e ad effetto erra da alcuni siti produttivi negli Stati uniti. I siti appartengono a alle aziende Chemours e Honeywell.

Ad esse abbiamo chiesto di fare una dichiarazione su questo documento. Mentre da Honeywell non abbiamo ricevuto nessuna risposta, Chemours ha invece mandato la sua dichiarazione in merito al rapporto che pubblichiamo qui di seguito:

Il nostro stabilimento Chemours di Ingleside, TX, si trova in una regione fortemente industrializzata, con numerose attività produttive chimiche e di altro tipo al di fuori dello stabilimento Chemours. Come produttore di sostanze chimiche, utilizziamo numerose tecnologie avanzate sia per il controllo delle emissioni che per il rilevamento delle perdite, compresa la tecnologia a infrarossi. Il rapporto della EIA si basa su un campionamento dell’aria non convalidato che utilizza la tecnologia di rilevazione spettroscopica dei gas a infrarossi (ISGD). In base alla nostra conoscenza della tecnologia ISGD, questa non è in grado di distinguere le sostanze a distanza, il che significa che non può identificare in modo definitivo un’emissione come HFO o altro. Non ha nemmeno un’accurata percezione della profondità: se ci si trovasse all’esterno della linea di recinzione di un impianto di produzione e si puntasse un dispositivo a infrarossi verso di esso, la tecnologia non sarebbe in grado di stabilire se la fonte di un rilevamento sia il sito più vicino o quello più lontano, ma catturerebbe tutto ciò che si trova nel mezzo come se fosse un’unica fonte. Pertanto, per l’EIA lanciare accuse contro un impianto Chemours che utilizza una tecnologia imprecisa, sostenendo che si tratta di una particolare sostanza, è arbitrario e manca di integrità scientifica. Chemours ha implementato e continua a implementare e far progredire tecnologie all’avanguardia per ridurre le emissioni di processo di sostanze chimiche organiche fluorurate – che comprendono gli HFO – presso i nostri siti produttivi come parte del nostro impegno per una produzione responsabile. Infatti, nel 2018 ci siamo impegnati a ridurre le emissioni di processo nell’aria e nell’acqua di sostanze chimiche organiche fluorurate del 99% o più entro il 2030. Ogni anno condividiamo i nostri progressi rispetto a questo obiettivo nel nostro rapporto di sostenibilità e, a partire dall’ultimo rapporto (2022), abbiamo raggiunto una riduzione globale del 53% dal 2018. Il nostro sito di Ingleside, in particolare, ha installato una tecnologia di ossidazione termica per ridurre al minimo le emissioni e stiamo continuando a espandere e investire nella tecnologia di riduzione delle emissioni per minimizzare l’impatto sul nostro pianeta”.

A EIA abbiamo invece chiesto se le due aziende hanno risposto alla organizzazione e alla pubblicazione del rapporto. Qui di seguito la risposta di EIA:

Abbiamo visto in altri resoconti dei media che Chemours ha frainteso la tecnologia da noi utilizzata, sostenendo che la EIA ha utilizzato una “tecnologia imprecisa” che ha portato a risultati “arbitrari”. Tuttavia, questa affermazione è del tutto inesatta, in quanto la spettroscopia a infrarossi è un metodo consolidato per l’identificazione delle emissioni di sostanze, e l’argomento è ampiamente trattato in articoli scientifici sottoposti a revisione paritaria. Pertanto, manteniamo la nostra metodologia e i nostri risultati. Inoltre, come indicato nel rapporto e nel servizio del Washington Post, un esperto esterno indipendente ha esaminato e convalidato la nostra metodologia e tecnologia. Nessuna delle due aziende ha dichiarato di non emettere questi gas fluorurati. Sarebbe bello se le due aziende potessero confermare che le loro “tecnologie avanzate” possono convalidare o garantire l’assenza di emissioni di gas fluorurati dai propri impianti“.