FREDDO SUI DRONI…ci avete mai pensato?

courtesy: AfricaNews

Vi sono paesi al mondo dove le infrastrutture di trasporto e la sicurezza nel percorrerle sono tali che alcuni centri medici in essi situati ricevono rifornimenti solo due volte all’anno. Senza raggiungere condizioni cosi estreme, spesso il trasporto di medicinali o materiali medici richiede tempistiche inadeguate. Ad esempio, in MALAWI ancora nel 2016 occorrevano fino a 11 giorni affinché il campione di un prelievo di sangue raggiungesse un laboratorio analisi e quattro settimane per avere il risultato.

In questi casi pensare ai droni come mezzo di trasporto non è proprio fantasia, ma una possibile soluzione. E infatti: nel mese di ottobre 2016, il primo servizio nazionale del mondo a base di droni è stato lanciato da una start-up per la consegna delle forniture di sangue a centri trasfusionali in Ruanda, dove le barriere trasporto terrestre possono impedire che le forniture raggiungano i pazienti in condizioni critiche in tempo.

Secondo il “Manual on the Management, Maintenance and Use of Blood Cold Chain Equipment” della Organizzazione Mondiale della Sanità, il sangue deve essere mantenuta tra + 2 ° C e + 6 ° C dal campionamento alla trasfusione. Inoltre vi sono presidi medico-sanitari che sono sensibili al calore come i vaccini, insulina ed emoderivati ​​labili che richiedono ulteriori cure poiché un cambiamento nella loro temperatura di conservazione può renderli inutilizzabili, inefficienti o addirittura pericolosi.

Vi immaginate l’impatto di una tecnologia come quella del drone, dotata di trasporto refrigerato, in un paese subsahariano a clima caldo ad esempio proprio per il trasporto di medicinali?

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