IRAQ: si riparte (anche) dal freddo?

L’Iraq in questo momento è sicuramente uno dei posti più caldi del mondo. Non solo in senso politico, ma anche climatico, per cui le Nazioni Unite, che coordinano con le agenzie UNEP e UNIDO e con l’italiano Centro Studi Galileo, la formazione nei Paesi Asiatici e Africani, lo scorso martedì 2 settembre hanno iniziato un programma per formare le istituzioni, le industrie e gli artigiani iracheni sulla certificazione ambientale europea riguardante i Patentini per i Tecnici del Freddo PIF. Il programma si sta svolgendo in questi giorni in Giordania  – non direttamente in Iraq, per motivi di sicurezza –  ed è coordinato e organizzato dall’italiano Centro Galileo che, tramite il suo Direttore Tecnico Marco Buoni, giustifica la missione tra le tante necessità del paese: “La refrigerazione è un’occasione importantissima per queste persone e per queste nazioni. Cambia la vita delle persone, permette di far giungere nei luoghi più lontani i vaccini, di conservare gli alimenti. E’ importante per la ripresa economica e sociale di questi paesi che la refrigerazione si sviluppi anche qui massicciamente. Il mio compito è quello di istruire queste persone a non subirne le conseguenze negative come ad esempio la dannosissima dispersione dei gas refrigeranti in atmosfera”.

Mentre i paesi in via di sviluppo ottengono una formazione base, in Italia il Centro Studi Galileo avvia i corsi di specializzazione per i tecnici più preparati: l’APP e il Master del Freddo nell’ambito del Centro di Eccellenza sul Freddo a Casale Monferrato. “I corsi sono fondamentali per i nostri tecnici – dichiara Buoni – permettono loro di svolgere lavori di altissimo livello e di battere la concorrenza della manodopera non qualificata che avrebbe potuto sostituire i frigoristi di esperienza che in ogni caso devono lavorare a prezzi più significativi. In particolare il Master del Freddo sarà il corso che conferirà la più alta specializzazione nell’ambito della professione e verrà svolto da ottobre presso l’Università in collaborazione con il Politecnico di Torino”.