Germania: associazioni unite contro il divieto PFAS

Alcune organizzazioni tedesche la cui industria è attiva in tutta la catena del settore del freddo in Germania – BIV, BTGA, Bundesfachschule, FGK, RLT-Herstellerverband, VDKF e ZVKKW –  hanno redatto una dichiarazione congiunta sul previsto divieto del gruppo di sostanze chimiche note come PFAS ai sensi del regolamento europeo REACH. La dichiarazione è stata inviata ai responsabili politici delle istituzioni europee, Consiglio, Parlamento e Commissione, al Bundestag, ai ministeri federali competenti e alle associazioni di operatori interessati dal divieto dei PFAS.

Nella dichiarazione si sottolinea che l’industria della refrigerazione, del condizionamento d’aria e delle pompe di calore utilizza le sostanze chimiche PFAS in molte forme e applicazioni, tra cui guarnizioni, materiali da costruzione e di rivestimento, componenti elettrotecnici ed elettronici, ma anche come refrigeranti fluorurati. Tuttavia, in molti casi, alternative adeguate con le stesse proprietà obbligatorie dei materiali di resistenza e durabilità non sono attualmente disponibili né possono essere sviluppate come prodotti pronti per il mercato entro le scadenze previste dal divieto. Le organizzazioni sono quindi contro il divieto generalizzato di tutte le sostanze chimiche PFAS, attualmente all’esame dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) e chiedono che si consideri anche la disponibilità di sostituti adeguati. In caso contrario, il funzionamento sicuro degli impianti di refrigerazione, condizionamento e pompe di calore verrebbe messo in grave pericolo.

Le richieste principali contenute nella dichiarazione sono:

  • Esenzione completa per i refrigeranti fluorurati
  • Esenzione temporanea e illimitata per i refrigeranti contenenti PFAS per i sistemi esistenti.
  • Esenzione indefinita per le parti di ricambio contenenti PFAS per gli impianti esistenti.

Nella loro dichiarazione, le organizzazioni mettono anche in dubbio la conformità legale della proposta di divieto dei PFAS con il diritto dell’UE, che deve essere attuata esclusivamente dalla Commissione europea senza il coinvolgimento del Parlamento e del Consiglio dell’UE. Questa procedura ha senso per modifiche insignificanti a un regolamento esistente, ma non per il previsto divieto di circa 10.000 sostanze chimiche PFAS. «Gli impatti economici e sociali del divieto dei PFAS sono così immensi che devono essere negoziati politicamente, per i quali l’UE prevede la procedura legislativa ordinaria» si legge nella dichiarazione.