ASSOCOLD: occorre passare subito a una refrigerazione il più sostenibile possibile senza aspettare i regolamenti

Francesco Mastrapasqua: «Assocold raccomanda fortemente ai suoi associati di passare a tecnologie a refrigerazione naturale»

Si è parlato anche di revisione del regolamento F-gas alla fiera Host, tenutasi a Milano dal 22 al 26 ottobre e lo si è fatto durante un convegno organizzato da Assocold, Associazione Costruttori Macchine per il Freddo.

Si tratta di un tema che è ora – giustamente – al centro dei dibattiti politici del settore del freddo. Quella in corso è infatti una revisione molto importante perché delineerà il contributo di questo settore alla strategia europea del Green Deal per arrivare a una economia decarbonizzata entro il 2050. In ultima analisi, limitatamente agli F-gas, si tratta probabilmente dell’ultimo possibile tentativo di salvaguardare il nostro clima rispettando gli Accordi di Parigi, perché secondo il rapporto IPCC, pubblicato ad agosto, abbiamo solo un decennio per intervenire in questa direzione. «Ne va della nostra sopravvivenza» afferma Francesco Mastrapasqua, presidente di Assocold. E non è una esagerazione: mentre queste parole venivano pronunciate, Catania finiva sott’acqua per un ciclone mai visto nel Mediterraneo. Il bilancio è fino ad ora di 3 vittime e milioni di € di danni e non è ancora finita: il cambiamento climatico è davvero una questione di sopravvivenza.

Cambiare già ora è possibile

Assocold si auspica che la revisione F-gas porti a un nuovo Regolamento davvero ambizioso, con una eliminazione il più veloce possibile degli HFC e misure per una affermazione della refrigerazione naturale, l’unica in grado di tagliare radicalmente le emissioni dirette del settore del Freddo. Afferma Mastrapasqua: «Assocold raccomanda fortemente ai suoi associati di passare a tecnologie a refrigerazione naturale». E cioè oggi, senza aspettare il nuovo Regolamento per la cui approvazione occorre ancora almeno un anno, secondo affermazioni della Commissione. «Si tratta di tempo prezioso che non possiamo permetterci di perdere. Bisogna prevenire i regolamenti e scegliere la via della sostenibilità laddove possibile. L’industria è pronta, ha le tecnologie per tagliare le emissioni di F-gas. Possiamo già iniziare ora a farlo in maniera radicale».

Occorrono incentivi per rendere il settore davvero sostenibile

C’è un tema su cui Assocold insiste molto e senza affrontare il quale sarà, secondo l’Associazione, impossibile tagliare le emissioni del settore entro il 2030, almeno in Italia. Spiega Mastrapasqua: «Vi è in Italia un parco supermercati di importanti dimensioni (circa 7400 dei 20.000 supermercati italiani, secondo stime Assocold) che funzionano ancora a refrigeranti ad elevatissimo GWP e continueranno a farlo ancora per alcuni anni perché sono ancora lontani dal fine vita. Sono impianti costruiti con criteri non nuovissimi e che perdono fino a un 15% di carica frigorigena all’anno. Tutti equivalenti di CO2 che finiscono in atmosfera. Se non si incentiva il loro passaggio a refrigeranti a basso GWP sarà difficile decarbonizzare il settore»

Ma occorrono incentivi fiscali per convincere un retailer a cambiare un impianto di per sé ancora funzionante. Per questo Assocold, insieme ad altre associazioni, ha presentato un disegno di legge che prevede incentivi fiscali per favorire il passaggio a tecnologie meno impattanti proprio per questo target di pubblico. «I clienti dei nostri associati (NdR: i retailer, appunto) affermano che, se avessero un incentivo, dismetterebbero subito gli impianti inquinanti, anche se non giunti al fine vita, per scegliere tecnologie più sostenibili». Anche questa è transizione ecologica e nel PNRR potrebbero trovarsi i fondi per farlo. Volendo.