PMI e tecnologie efficienti: è possibile realizzare interventi senza rischio di investimento? Con il modello ESI, sì!

Investire in efficienza energetica è una delle chiavi di successo per le aziende che intendono rimanere stabili sul mercato nel prossimo futuro. Questo perché l’Unione Europea, ma anche gran parte dell’opinione pubblica, chiede di raggiungere obiettivi ambiziosi ma necessari, che hanno come tema comune la sostenibilità. Per le PMI può essere difficile scegliere su cosa investire, quale tecnologia adottare e come realizzare l’intervento, essendo generalmente prive di competenze interne su tali temi. Per questo, FIRE – Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia – propone un modello per supportare le PMI nella realizzazione di interventi mirati e che risponde all’esigenza di chiarezza, trasparenza, sicurezza del ritorno economico e tracciabilità dei risultati energetici e ambientali (riduzione delle emissioni di CO2). Il modello proposto si chiama ESI, acronimo di Energy Savings Insurance, e si pone proprio l’obiettivo di promuovere, in particolare presso le piccole e medie imprese, gli investimenti in tecnologie efficienti o in generazione distribuita e fonti rinnovabili. 

ESI: come funziona?

Un progetto di miglioramento dell’efficienza energetica che utilizza l’approccio ESI è semplice da attuare e consiste essenzialmente in questi passaggi:

  • Fase di preparazione:un fornitore offre un progetto al cliente, con garanzia del miglioramento delle prestazioni energetiche;
  • Attivazione del contratto: un ente tecnico indipendente convalida la proposta di progetto e i risparmi energetici promessi. Un’assicurazione rilascia poi la polizza a copertura dei risparmi convalidati;
  • Fase di implementazione: il fornitore di tecnologia installa le nuove apparecchiature ad alta efficienza energetica e l’ente di validazione verifica che l’installazione sia conforme al contratto;
  • Fase operativa: il funzionamento delle nuove apparecchiature si traduce in costi energetici ridotti, migliori prestazioni, maggiore produttività e sostenibilità. I risparmi energetici sono misurati e presentati dal fornitore di tecnologia tramite un semplice sistema online, dove vengono controllati e possono essere approvati;
  • Copertura assicurativa: se i risparmi non vengono raggiunti e il fornitore di tecnologia non è in grado di rimediare, l’assicurazione interviene per coprire i risparmi promessi. Per qualsiasi problema di natura tecnica ci si può rivolgere all’ente di validazione che svolgerà, in tal caso, il ruolo di arbitro per risolvere le controversie.

 Gli elementi fondamentali che costituiscono il modello ESI sono dunque quattro:

  • il contratto standardizzato, che include garanzie sui risultati,
  • la copertura assicurativa, che tutela il cliente finale in caso di mancato raggiungimento dei risparmi promessi,
  • la validazione del progetto proposto da parte di un soggetto terzo indipendente
  • la possibilità di accedere più facilmente a finanziamenti esterni, poiché un minore rischio migliora la cosiddetta “bancabilità” dell’investimento.
CREDITS: https://www.esi-europe.org/

Sostenibilità economica e ambientale

Il modello ESI è stato adattato al mercato europeo dal progetto ESI Europe che ha colto l’esigenza delle imprese europee di rinnovare il proprio parco impianti senza correre il rischio di subire ripercussioni negative legate agli investimenti, quali tempi di ritorno più lunghi oppure minori risparmi rispetto a quanto promesso in fase di offerta.

ESI prevede che annualmente venga effettuata una rendicontazione dei risparmi energetici ed economici conseguiti, accompagnata dalla quantificazione delle emissioni di anidride carbonica evitate, grazie all’utilizzo della tecnologia più efficiente che è stata installata. Questa peculiarità permette di collegare la sostenibilità economica a quella ambientale in modo chiaro, offrendo al cliente finale – ovvero chi beneficia della nuova apparecchiatura – l’opportunità di determinare facilmente il suo impegno nella riduzione dei gas ad effetto serra. Non è un aspetto banale, anzi ormai si lega strettamente al business aziendale. Pensiamo ai Sustainable Development Goals (SDG) lanciati dall’ONU: accanto a voci come la lotta alla povertà e l’eliminazione della fame troviamo il contrasto al cambiamento climatico e la spinta verso l’energia sostenibile. Rimanere sul mercato per le imprese significa oggigiorno stare al passo con gli SDG, che sono in linea con l’Accordo sul clima di Parigi, e con tutto il filone green fatto di accordi, obiettivi, politiche, azioni.

Attori di questo scenario sono anche, e per l’Italia possiamo dire soprattutto, le PMI, caratterizzate da una struttura aziendale medio-piccola, che solitamente dispongono di poche risorse tecniche e finanziarie per realizzare progetti di efficienza energetica. Se il rischio associato all’investimento in efficienza energetica è percepito come troppo alto, l’azienda è portata a non affrontare un tale percorso e a focalizzarsi su altre attività. Così facendo, però, si può perdere competitività e valore, e tale difficoltà ad investire può trasformarsi nel tempo in un vincolo alla crescita o ancor peggio ad una “morte annunciata”. ESI punta proprio a superare il problema del rischio e ad instaurare un clima di fiducia tra le parti coinvolte tale da consentire di cogliere tutti i possibili benefici, energetici e non, di un uso razionale dell’energia.

ESI non è un classico EPC (Energy Performance Contract)

Il modello ESI si differenzia da un classico contratto a garanzia di prestazioni (Energy Performance Contract o EPC), mantenendo comunque la caratteristica fondamentale di offrire al cliente la garanzia del miglioramento delle prestazioni energetiche. Il modello prevede innanzi tutto un pagamento all’installazione – il fornitore riceverà il saldo in seguito al collaudo (nel classico EPC l’investimento viene ripagato attraverso un canone periodico per tutta la durata contrattuale) – e l’utilizzo di un testo contrattuale già definito e standardizzato. Gli altri due elementi distintivi e fondamentali sono, poi, la validazione e la garanzia assicurativa, condizioni necessarie per avviare un contratto ESI: se non presenti, infatti, esso non si attiva. Inoltre, un EPC prevede solitamente la presenza di un canone legato alla prestazione, mentre in ESI il pagamento ne è completamente slegato, prevedendo però una compensazione economica per la parte di risparmio non raggiunto. Risparmio che viene valutato attraverso procedure di misura e verifica standardizzate e basate sul protocollo IPMVP.

La bancabilità dell’investimento

Un altro vantaggio del modello risiede nel fatto che le banche e gli istituti di credito possono erogare finanziamenti “green”, generalmente caratterizzati da condizioni più convenienti, proprio perché è presente un’attestazione del risparmio di CO2, come avviene ad esempio nel caso dei mutui ai privati per immobili particolarmente efficienti. Inoltre, grazie alla garanzia dei risultati, validati dall’ente indipendente, e alla presenza dell’assicurazione, gli istituti hanno la certezza che il cliente otterrà annualmente un risparmio economico, con il quale si potrà poi ripagare, in tutto o in parte, le rate del finanziamento. Ci sono già alcune banche che hanno mostrato un forte interesse per questo approccio innovativo, anche in virtù della crescente attenzione alle tematiche ambientali. Si segnala, in tal senso, la collaborazione con Banco BPM e CiviBank, al fine di facilitare l’accesso al credito per le imprese che utilizzano l’approccio ESI.

I vantaggi di un ente di validazione di parte terza

Un aspetto particolarmente innovativo del modello è, poi, la presenza del validatore di parte terza, che ha il compito di valutare se il progetto sia in grado di generare i risparmi previsti, verificandone l’installazione e svolgendo il ruolo di arbitro tecnico in caso di controversie, evitando di incorrere in eventuali lungaggini giudiziarie e quindi, di fatto, tutelando le parti anche sotto questo profilo. La presenza di questo attore è quindi un reale vantaggio tanto per il cliente quanto per il fornitore: il primo beneficia delle competenze del validatore, colmando così il divario tecnico che può esserci nei confronti del fornitore, mentre il secondo può migliorare la sua credibilità nei confronti del cliente grazie al fatto che il progetto proposto, e non solamente il macchinario che verrà installato, è validato da un soggetto super partes.

La gestione delle informazioni

Infine, per accrescere ulteriormente la fiducia tra i vari attori coinvolti, è stato messo a punto un sistema in grado di gestire tutti i processi e le informazioni dei progetti su una piattaforma online, chiamata “Management Information System” (MIS), basata sulla blockchain in modo da rendere i dati del progetto completamente tracciabili, sicuri e immodificabili. I fornitori, i clienti, l’ente di validazione, le banche e le assicurazioni potranno visionare, ognuno con un determinato livello di accessibilità, le informazioni del progetto, senza rischi e in modo completamente trasparente.

Progetti pilota: come partecipare

ESI offre una occasione unica alle aziende di ogni settore, in particolare PMI, per poter fare efficientamento in modo sicuro e con risultati garantiti. FIRE, che in Italia si occupa del progetto, sta ancora cercando aziende da reclutare come parte attiva dei progetti pilota e per i quali il compenso dell’ente terzo di validazione sarà nullo, in quanto coperto dal progetto europeo “ESI Europe”. Un’occasione da non perdere!

Volete entrare con la Vostra azienda a far parte dei progetti pilota ESI?

Per avere informazioni più dettagliate sul modello, il contratto standardizzato, le procedure di validazione e per la partecipazione ai progetti pilota, contattate la FIRE tramite e-mail scrivendo a segreteria@fire-italia.org indicando nell’oggetto “Progetto Pilota ESI” o chiamando i numeri 06.30483626 / 379.1904452.