I ricercatori dell’Università di Birmingham hanno recentemente lanciato un importante progetto di ricerca per studiare come il „freddo pulito“ potrebbe contribuire a raggiungere la quasi totalità degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.
Il Professor Toby Peters e i colleghi dell’Energy Institute di Birmingham hanno in progetto di lavorare con partner in paesi in cui la domanda di freddo è in crescita, come l’India e la Cina. Essi svilupperanno strategie sulla base delle nuove tecnologie a basse emissioni di carbonio e di emissioni zero e nuovi approcci politici.
Le tabelle di marcia che hanno prodotto potrebbero fornire un modello globale per contribuire a soddisfare gli obiettivi delle Nazioni Unite, in quanto la domanda di raffreddamento nelle economie in rapida crescita – in gran parte guidata da urbanizzazione e dall’emergere di una classe media asiatica del Pacifico – prevede un aumento di 3 miliardi entro il 2030 – con stili di vita basati molto spesso sul raffreddamento.
Il progetto ( QUI ) mette in evidenza molti problemi globali legati al raffreddamento, tra cui:
- la mancanza di adeguate “catena del freddo”, di immagazzinaggio refrigerato e trasporto che provoca due milioni di decessi ogni anno, che sarebbero evitabili tramite vaccini e la perdita di 200 milioni di tonnellate di cibo;
- lo spreco di cibo che occupa una superficie pari quasi al doppio dell’Australia e a un consumo di 250km3 di acqua all’anno – tre volte il volume del lago di Ginevra. Questo conta anche l’emissione di 3,3 miliardi di tonnellate di CO2, il che rende lo spreco di cibo la terza più grossa fonte di emissioni di CO2, dopo Stati Uniti e Cina;
- la refrigerazione e il condizionamento tradizionali causano il 10% delle emissioni globali di CO2 ovvero tre volte tanto quanto attribuito al trasporto su nave e su aereo, combinati insieme;
- si prevede che lo stock mondiale di condizionatori d’aria aumenterà di ulteriori 700 milioni di unità entro il 2030 e di 1,6 miliardi entro il 2050;
- entro la fine del secolo l’aria condizionata globale consumerà l’equivalente della metà dell’elettricità consumata in tutto il mondo a tutti gli effetti nel 2010.
Il professor Toby Peters ha affermato: «Il raffreddamento è un problema enorme affrontato da India, Cina e altre economie in rapida crescita. È fin troppo spesso trascurato, ma senza di esso, le forniture di cibo, l’approvvigionamento medico medicine e persino l’informatica crollerebbero; la vita in molte parti del mondo sarebbe difficilmente tollerabile senza aria condizionata».
«L’Università di Birmingham è un leader mondiale nella competenza del freddo pulito e sostenibile. Siamo contenti di poter lavorare con esperti di tutto il mondo per affrontare la sfida di sostenere una popolazione in crescita senza causare danni ambientali o sociali. Un enorme sforzo di ricerca è attualmente in corso per realizzare gli obiettivi globali e i rapporti concatenanti elementi come la crescita economica e l’inquinamento sono ben compresi. È sempre più chiaro che il raffreddamento è fondamentale per raggiungere quasi tutti gli obiettivi globali delle Nazioni Unite».
Il rapporto evidenzia che, poiché la popolazione mondiale arriverà a 9 miliardi entro la metà del secolo, con una conseguente crescita nella domanda di alimenti del 60%, avremo bisogno di molto più freddo per conservare cibo, acqua e altre risorse, per contrastare la povertà, la fame, la salute e il cambiamento climatico e per sostenere la crescita e lo sviluppo. Sarà indispensabile che qualsiasi nuova infrastruttura della catena del freddo sia pulita. Le unità di trasporto refrigerato con motore diesel, per esempio, emettono non solo alti livelli di CO2, ma anche enormi quantità di ossidi di azoto (NOx) e particolato (PM).
Il “freddo pulito” è dunque vitale per il raggiungimento degli obiettivi globali. Se lo spreco di cibo potesse essere dimezzato attraverso lo sviluppo della catena del freddo, ogni anno ci sarebbe:
- un risparmio di cibo per nutrire 1 miliardo di persone in più;
- una riduzione di emissioni di CO2 di 1,5Gt ovvero più di quante ne emette il Giappone oggi;
- un risparmio di acqua pari a quanto consumano oggi tutte le unità abitative degli USA;
- lo scampato aumento di emissioni di PM e NOx dal trasporto refrigerato, in quanto in teoria la flotta globale potrebbe quadruplicare in volume;
Tra le tecnologie del „freddo pulito“, che possono supportare questo sviluppo si citano ad esempio, il trasporto a zero emissioni sviluppato in Inghilterra da Dearman, il solar cooling, piccole unità, anche trasportabili, per refrigerazione ad assorbimento acqua/ammoniaca.
Il direttore dell’Istituto per l’Energia di Birmingham, Prof. Martin Freer, ha affermato: «È chiaro che dobbiamo avere un approccio unitario per affrontare la sfida del “freddo pulito”. È quindi necessario sviluppare una road map che porti vantaggi atutti, alla gente e all’ambiente».