Un dato agghiacciante: pochissime le donne nella refrigerazione

L’Istituto Internazionale per la refrigerazione IIR ha pubblicato una notizia interessante e… quasi imbarazzante: il numero di donne impiegate nel settore della refrigerazione è straordinariamente basso. Che le donne siano sottorappresentate nei settori tecnici è noto. Ma gli esempi che cita l’IIR fanno davvero riflettere. Allo stesso IIR il gentil sesso rappresenta solo il 10% dei membri delle varie commissioni (41 donne/ 369 uomini); alla 24esima edizione del Congresso Internazionale della Refrigerazione (ICR2015) che ha avuto luogo ad agosto in Giappone, le donne erano meno del 10% del totale die partecipanti.

Si consideri però che negli anni a venire il settore della refrigerazione andrà incontro a molti cambiamenti, legati soprattutto alle varie problematiche ambientali e relativi protocolli internazionali. Questo aumenterà il bisogno di personale qualificato, creando nuove chance di impiego: una possibilità per entrare nel mondo della refrigerazione. Anche per le donne. Creare consapevolezza sulle possibilità di qualificazione, di lavoro e di carriera è sicuramente un modo per avvicinare più persone – e quindi anche più donne – al mondo ella refrigerazione. Certo, risolvere questo sbilanciamento non è una cosa facile. E la soluzione ha probabilmente molteplici volti. Ma la consapevolezza di quali siano le possibilità e le offerte è un buon punto per iniziare ad affrontare il problema. Per questo l’IIR ha organizzato, durante l’incontro in Giappone, il suo primo workshop “Women in Refrigeration”, con l’obiettivo di indagare i fattori che portano alla mancanza di donne nel settore. I risultati? Davvero interessanti!

Al workshop hanno partecipato 20 persone, il 75% donne, il 25% uomini. La discussione è partita dalla domanda: “Come siete arrivati al settore della refrigerazione?” e sono arrivate le più disparate riposte, dal “Mi sono letteralmente innamorata della termodinamica” a “Amo la complessità dei sistemi” a più pragmatici “Ho visto un’opportunità di carriera”.

Anche il linguaggio gioca la sua parte: un corso di “ingegneria meccanica” attira meno studentesse rispetto ad uno di “ingegneria ambientale” E non a caso: poche donne si candidano per lavori nell’ingegneria della produzione, mentre nella ricerca e ingegneria ambientale l’80% dei candidati è di sesso femminile.

Insomma: la soluzione non è semplice e l’IIR si ripropone di affrontare la questione con qualche misura adeguata. Intanto vi è anche un altro problema da risolvere: non è solo il gentil sesso ad essere sottorappresentato nel settore, ma anche le giovani generazioni. Dunque, diversità e giovani: i due gruppi a cui fare conoscere meglio il settore.

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