Due anni fa circa si è iniziato in Italia a lavorare per la certificazione di chi opera con i gas fluorurati. In ritardo rispetto al resto dell’Europa, ma solo allora il Ministero dell’Ambiente aveva approvato i decreti necessari. Oggi due anni dopo, Bureau Veritas, ente di certificazione presente a livello nazionale, tira le somme su quello che è il mondo della certificazione F gas in Italia.
“In Italia abbiamo il registro telematico per le persone e le imprese” afferma Cristina Norcia – Bureau Veritas, – intervenuta al XVI Convegno di Milano. Tale registro è un unicato: non esiste negli altri Stati membri. In esso hanno l’obbligo di registrarsi tutte le aziende delle persone che operano con i gas fluorurati in Italia. Al giugno 2015 lo stato delle registrazioni era il seguente:
- 70.000 persone iscritte. Si tratta di persone che lavorano con i gas fluorurati e sono consapevoli della necessità di una certificazione. Di queste pero solo 46.000 sono certificate. Ne mancano dunque all’appello circa 25.000 che pur essendo iscritte a registro non sono ancora certificate;
- 46.000 aziende iscritte a registro, ma solo 15.000 certificate
Si tratta di numeri grossi, ma che ancora potrebbero non rappresentare completamente il settore. Infatti “esso è ricco di piccoli artigiani o aziende unipersonali che potrebbero nemmeno sapere dell’obbligo della certificazione”. VI e’ dunque ancora molto lavoro di informazione da fare da parte degli organi preposti (Ministero, organi di certificazione) e delle associazioni di settore.
Nota: Il regolamento cui fa capo l’obbligo di certificazione è il 308/2008 che, in conformità con il vecchio regolamento F gas 842/2006, contiene i requisiti minimi e le condizioni per il riconoscimento reciproco della certificazione delle imprese e del personale per quanto concerne le apparecchiature fisse di refrigerazione, condizionamento d’aria e pompe di calore contenenti taluni gas fluorurati ad effetto serra