Questa estate la Germania si distingue dal resto del mondo non solo per il calcio. Anche l’efficienza energetica sembra essere uno sport in cui la Nazione è particolarmente brava, almeno a guardare i risultati del rapporto pubblicato il 17 luglio da ACEE – America Council for an Energy Efficient Economy, un’associazione non-profit americana il cui fine dichiarato è di agire come catalizzatore per favorire le politiche energetiche. L’idea di questa classifica e’ di vedere quanta energia i diversi Paesi impieghino per ottenere gli stessi risultati o risultati migliori. Non si tratta solo di efficienza energetica, ma anche di efficienza energetica al costo migliore.
In questo rapporto l’ACEE analizza le 16 maggiori economie del mondo, che coprono più dell’81% del PIL globale e circa il 71% del consumo elettrico. Sono stati considerati 31 parametri, di cui il 50% circa sono misure politiche e il restante 50% sono misure quantificabili per valutare quanto efficacemente queste economie utilizzino l’energia
Ad esempio tra le misure politiche si considera se esiste un programma nazionale di efficienza energetico o standard di consumo per gli apparecchi elettronici; per le misure quantificabili si considera quanti Km si percorrono con una unità di carburante, etc. Tre i comparti considerati: edifici, trasporti e industria.
La nazione con il maggior punteggio è la Germania, che primeggia in generale e in particolare nel settore dell’industria. “La Germania – ha commentato il direttore esecutivo di ACEEE, Steven Nadel – è il primo esempio di un Paese che ha fatto dell’efficienza energetica una priorità assoluta. Gli Stati Uniti, invece, a lungo considerati leader mondiali innovativi e competitivi, stanno progredendo molto lentamente, mentre Paesi come l’Italia e la Cina hanno compiuto un balzo in avanti”. La grande sorpresa di questo rapporto è che sul podio per i paesi con la migliore efficienza al secondo posto si trova l’Italia, che pare primeggi anche per il settore trasporti. Guardando però il giudizio più da vicino si vede che l’alto punteggio dato all’Italia per i trasporti è dovuto anche al fatto che:
- L’Italia ha il più basso numero di Km percorsi/pro capite/anno;
- Il governo ha fornito incentivi per incoraggiare i consumatori a sostituire vecchi veicoli con veicoli nuovi e più sostenibili;
- Il governo ha investito nell’alta velocità e nel trasporto delle merci.
Sorgono spontanee due domande:
- il premio rottamazione è veramente da considerare una misura di sostenibilità?
- Il citato investimento nell’alta velocità alta velocita considera anche il progetto TAV?
…perché allora tutto potrebbe relativizzarsi.
IL rapporto completo: QUI