Secondo dati di recente pubblicazione della IEA – International Energy Agency – nel 2011 l’industria ha consumato a livello globale 107 exajoule (EJ) di energia, ovvero il 29% dell’energia finale globale. Le emissioni di CO2 associate, incluse le emissioni indirette legate al consumo di energia elettrica, sono state di 10,55 gigatonnellate. Dal 1990 a oggi il consumo di energia globale legato all’industria è aumentato del 41%, di cui la maggior parte in paesi che non sono nel gruppo OECD, ad esempio la Cina, dove l’aumentata richiesta e la conseguente produzione di materiale industriale sin dai primi anni 2000 ha guidato il forte aumento nel consumo energetico. Nei paesi OECD la percentuale di energia utilizzata dall’industria è invece scesa dal 46% del 1990 al 33% del 2011, indicando un cambiamento nella struttura produttiva, per cui le produzioni più energivore sono passate nei paesi emergenti. Vi è anche stato un importante cambio strutturale nell’industria stessa: i consumi energetici dei 5 principali segmenti più energivori – industria del ferro, acciaio, cemento, chimica e petrolchimica, carta e cartone, alluminio – sono aumentati relativamente ad altri segmenti tra il 1990 e il 2011. Questi 5 segmenti contano per più del 56% del consumo finale di energia dell’industria del 2011, rispetto al 45% del 1990.