Come risorsa energetica l’efficienza ha il potenziale unico di contribuire contemporaneamente alla sicurezza a lungo termine dell’approvvigionamento energetico, alla crescita economica e anche a un miglioramento della salute e del benessere; in particolare è un mezzo fondamentale per ridurre le emissioni di gas serra. Fondamentale per raggiungere tali plusvalenze non è solo l’adozione di dispositivi più efficienti, ma anche l’identificazione, la misurazione e quindi la promozione di comportamenti e stili di vita che limitano o riducono il consumo di energia. Scelte comportamentali e tecnologiche sono fondamentali per attivare il risparmio energetico e garantire che tali risparmi persistano nel futuro. Stili di vita idonei costituiscono una parte significativa del grande divario tra i livelli potenziali e quelli reali di efficienza e sono la chiave per ridurre tale divario. Al contrario, i fattori comportamentali negativi possono cancellare i risparmi energetici conseguiti da miglioramenti tecnici. Gli indicatori di efficienza energetica aiutano a spiegare come una attività economica e umana interagisca con l’uso di energia, ma spesso non è in grado di prevedere la variazione del consumo totale di energia o di quantificare l’impatto delle singole variabili o fattori su di esso. Quindi selezionare ed elaborare indicatori per misurare correttamente l’efficienza energetica è solo il primo passo nell’analisi della situazione energetica. Secondo la IEA – International Energy Agency – è proprio la mancanza di dati sufficienti il problema più grande per lo sviluppo di indicatori di efficienza energetica. Per questo l’agenzia ha pubblicato un manuale atto ad indicare alcuni elementi fondamentali in alcuni settori (residenziale, die servizi e industriale) il livello di efficienza energetica dei processi, delle attività e dei prodotti. Il manuale, pubblicato questa settimana, è liberamente disponibile QUI