In un’intervista alla stampa in occasione di AHR Expo 2014 Ed Purvis, Vice Presidente esecutivo di Emerson Climate Technologies, afferma che uno dei più grossi ostacoli dell’industria HVAC è la mancanza di una adeguata formazione professionale. Se questo fino ad ora non è sembrato un grosso handicap è stato solo perché i sistemi si sono mantenuti relativamente semplici. Con il complicarsi delle tecnologie e degli impianti, con l’introduzione di moduli elettronici, velocità variabili, maggiore controllo però la necessità di una buona preparazione tecnica, più approfondita e puntuale, diventa sempre più evidente. Sebbene i progettisti siano invitati a realizzare sistemi facili da installare e mantenere, diviene necessario poter fornire programmi di formazione adeguati. Qualora questo non succeda, si rallenterebbe l’adozione di tecnologie da cui l’industria potrebbe invece trarre giovamento. Anche nella refrigerazione è così e lo tocchiamo con mano oggi dove, volenti o nolenti, dobbiamo guardare anche a sistemi refrigerazione naturale, quali CO2 e idrocarburi, tecnologie che spesso vedono il mercato impreparato per mancanza di adeguate competenze. In quest’ottica allora l’impegno della associazione Assofrigoristi (intervista disponibile nel numero di giugno di Zero sotto zero) per realizzare un adeguato programma di formazione è a maggior ragione lodevole. Esso, oltretutto, metterebbe l’Italia in linea con alcune nazioni europee, dove invece questi programmi di formazione vi sono. Ad esempio ben attrezzata risulta la Germania che vanta istituti di formazione nel settore delle tecniche del freddo e del clima. L’offerta varia da corsi che presuppongono il possesso di un diploma di maturità oppure corsi di formazione pre-maturità. Alcune scuole offrono corsi anche a livello universitario. Chi termina questo tipo di formazione è un tecnico del freddo riconosciuto a livello nazionale. Anche la Gran Bretagna prevede teoricamente un programma di educazione per il tecnico frigorista: apprendistato presso una azienda specializzata accompagnato dalla frequentazione di un college tecnico un giorno alla settimana per quattro anni. Diciamo teoricamente, perché il problema è che oggi poche aziende sono preparate per investire in un programma di apprendistato, cosicché molti giovani scelgono di frequentare scuole tecniche generiche e di specializzarsi in seguito sul campo.
