Maggiore efficienza nel trasporto refrigerato? Uno studio

Un recente documento pubblicato dal Joint Research Centre della Commissione Europea in Ispra (Va) ha analizzato l’uso di energia nel settore degli alimenti, dalla produzione al consumo e al fine vita. Lo scopo dello studio è stato quello di evidenziare possibilità di miglioramento dell’efficienza energetica lungo tutta la filiera alimentare.

Tra i vari anelli presi sotto la lente vi è il trasporto. L’efficienza energetica dei trasporti alimentari si raggiunge in due possibili modi: migliorando le prestazioni energetiche dei sistemi oppure diminuendo l’intensità dei trasporti. La legislazione comunitaria ha permesso di raggiungere alti livelli di efficienza energetica dei veicoli. Tuttavia, nel caso del trasporto degli alimenti, l’energia non viene solo consumata per lo spostamento del veicolo ma anche per la refrigerazione della merce: un terzo, infatti degli alimenti trasportati ha bisogno di temperature controllate.

Le analisi condotte indicano l’esistenza di possibilità di miglioramento dei consumi per la refrigerazione degli alimenti durante i trasporti. Ad esempio: i sistemi basati su compressione di vapore (la maggior parte) tendono ad essere sovradimensionati per assicurare un buon margine operazionale. Inoltre una buona porzione dei cascami termici dei motori diesel non viene recuperata, come invece potrebbe, per poi far funzionare sistemi di refrigerazione termici (ad esempio: sorpzione, sistemi con eiettore, refrigeratori termo-acustici) oppure per l’utilizzo in turbo-generatori. Secondo alcuni studi, il cascame di calore del motore del veicolo potrebbe essere sufficiente per guidare un processo di refrigerazione a sorpzione nelle normali condizioni di guida in città.

Anche il trasporto su nave presenta potenzialità di miglioramento. Le navi sono normalmente attrezzate con sistemi di refrigerazione che mantengono la temperatura intorno ai 12-15°C per prevenire la degradazione di frutta e verdura senza causare però il congelamento. Alcuni studi suggeriscono che introducendo una adeguata quantità di etilene nella cabina di conservazione si potrebbe diminuire la necessità di refrigerare.

La versione integrale dello studio (in inglese) si trova QUI