Nuova F-gas: cosa cambia? Un convegno a Refrigera

Grande successo di pubblico all’evento organizzato da Legambiente e UCFG a Refrigera

Primavera vien danzando e nel 2024 ci porterĂ  – secondo le previsioni – la nuova versione del Regolamento F-gas. Cosa cambia rispetto al passato? Se lo chiede Legambiente, da sempre attenta ai temi legati al Regolamento F-gas e agli impatti derivati dal loro utilizzo in filiere strategiche per le attivitĂ  quotidiane e industriali. Per questo l’Associazione, insieme alla coalizione di aziende che coordina e nata nel 2021 proprio in questa fiera – l’Unione del Caldo e del Freddo Green (UCFG) – ha proposto nella cornice di Refrigera 2023 un convegno per fare un quadro sul nuovo regolamento F-gas, con relatori di spessore europeo e nazionale oltre ad una rappresentanza delle imprese impegnate nella transizione concreta a refrigeranti naturali.

Cosa cambia esattamente nel nuovo Regolamento, lo spiega Giorgia Concas – consigliera del Gruppo dei Green al Parlamento europeo – intervenuta da Bruxelles al convegno. Sei sono, secondo Concas, gli elementi “che fanno la differenza” tra la nuova F-gas e il passato, ovvero:

  • Nuovi divieti di immissione sul mercato di F-gas: sono state espanse alcune proibizioni attuali e ne sono state introdotte di nuove (QUI). Per i divieti indicati sono previste delle deroghe qualora i codici di sicurezza edilizi richiedano l’installazione di impianti vietati dal nuovo Regolamento F-gas. La Commissione prevede una revisione di questi divieti tra il 2027 e il 2030 per vedere se essi possano esser ampliati alla luce dello sviluppo delle tecnologie.
  • Estensione del divieto di utilizzo di F-gas per la manutenzione di impianti: a partire dal 2025 sarĂ  vietato l’utilizzo di gas vergini con GWP >2500. Per gas riciclati o rigenerati questo divieto entra in vigore dal 2030 con una deroga permanente per gli abbattitori.
  • Riforma del sistema delle quote: nel 2050 non ci saranno piĂą quote per il consumo di HFC. Fino ad allora le quote avranno un costo di 3 euro a tonnellate di CO2 equivalente che si applicherĂ  dal 2025.
  • Proibizione delle esportazioni verso stati extra europei di prodotti di vecchia generazione che contengono F-gas con GWP uguale o superiore a 1000.
  • ResponsabilitĂ  estesa del produttore: viene inserito un nuovo articolo che completa obblighi giĂ  vigenti e che obbliga i produttori di impianti che contengono F-gas a finanziare il riciclo dei gas da questi impianti giunti al fine vita.
  • Obbligo di formazione anche sui gas alternativi.

Alla fine della sua presentazione, Concas spiega le motivazioni che hanno spinto

Giorgia Concas a Refrigera in collegamento da Bruxelles

il gruppo parlamentare a proporre alcune di queste misure e afferma: «L’eliminazione delle quote al 2050 è una misura che manda un forte messaggio alla industria sul fatto che il futuro della refrigerazione debba essere senza HFC. Inoltre, ci permette di allineare questo settore agli obiettivi climatici della Unione europea. L’estensione dei divieti permette alla legislazione non più di seguire i trend di mercato ma di anticiparli, dirigere l’industria in quella direzione e rendere così la transizione verso una refrigerazione senza HFC più veloce». Secondo Concas, questo avrà un vantaggio climatico ma anche economico perché le aziende che producono macchine a refrigerazione naturale sono europee mentre le aziende che hanno brevetti sugli HFC sono americane, cinesi o altro ma non europee. Spiega infine anche il perché dell’estensione di alcuni divieti anche agli HFO: poiché il futuro di alcuni HFO è incerto per via delle decisioni che ancora devono essere prese sulle molecole PFAS, indirizzare verso scelte naturali significherebbe indirizzare verso scelte di lungo termine e già oggi sicure.

Il ruolo della Politica: curare il dialogo con le aziende

I cambiamenti spaventano, scombussolano il quotidiano e possono risultare tumultuosi. Ma se l’ecosistema amministrativo e burocratico del sistema Paese crea le condizioni idonee ad affrontarlo, allora il cambiamento può essere più facile da affrontare per tutti e può davvero diventare occasione di sviluppo economico. Allora, alla luce dei cambiamenti che attendono il settore, cosa può fare il Parlamento italiano per dare una mano ad affrontare i prossimi anni?

Afferma Patty L’Abbate, vicepresidente della Commissione ambiente della Camera dei deputati, intervenuta al convegno: «Io credo che la parte politica debba fare questo: portare avanti il dialogo con chi realmente promuove l’economia italiana – ovvero le imprese – e cercare di migliorare la ricezione di queste normative con un dialogo, con delle informazioni chiare e precise». L’importanza di informazione chiara, precisa e -aggiungiamo noi –“attraente” viene sottolineata dalla Senatrice ricordando l’iter della misura proposta tre anni fa per avviare un percorso di abbattimento dei gas serra nella refrigerazione commerciale. Questo percorso era ed è volto a introdurre in via sperimentale un credito di imposta per incentivare la sostituzione dei vecchi impianti di refrigerazione nel commercio con apparecchi moderni e il maggiore utilizzo di gas refrigeranti naturali al posto degli F-Gas, altamente inquinanti. Questa misura non è ancora stata realizzata anche – secondo quanto afferma l’onorevole L’Abbate –per una mancanza di consapevolezza a livello di legislatore sul ruolo della diminuzione di HFC per una transizione ecologica. Inoltre, afferma L’Abbate: «Qui ho sentito anche del problema delle certificazioni che preoccupano il settore. Purtroppo, dobbiamo adeguarci, perchĂ© se tutta l’Europa sta andando in quella direzione, l’Italia con le sue imprese non deve restare indietro; quindi, deve porsi allo stesso livello europeo». Inoltre, la certificazione – alla quale dovrebbe sottendere una formazione adeguata – permette di fare bene le manutenzioni. «Il dialogo – conclude l’Onorevole – tra politica e settore aiuta a trovare soluzioni su quelle che potrebbero essere problematiche, che ci saranno ci saranno come è capitato in altri in altri comparti. Si cerca di porvi rimedio e di fare tutto quanto possibile per avere una reale transizione ecologica che non penalizzi chi fa realmente la transizione, ovvero le imprese che la portano avanti».

Il ruolo della Politica: controlli sulle emissioni e sui traffici illeciti

Avv. Domenico Belli

Questo nuovo Regolamento interpella in maniera importante anche il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica perchĂ© pone l’accento sulla necessitĂ  di controllare traffici illeciti di refrigeranti e relative emissioni. Afferma l’avvocato Domenico Belli – direzione affari europei e internazionali presso il Ministero: «Il tema della quantitĂ  di gas che purtroppo sfugge al controllo e al sistema delle quote europee è veramente importante e credo che il phase out accentuerĂ  questo problema. Sul tema controlli la notizia è che ci stiamo organizzando. Il rapporto diretto, per esempio, con il nucleo dei carabinieri deputato al controllo di questo tipo di materia, è oggi molto stretto e finalmente abbiamo un coordinatore nazionale. A breve inizieremo una formazione mirata su gruppi deputati al controllo». Il problema del traffico illegale di refrigeranti è complesso e ha diverse sfaccettature. Deve quindi esser “attaccato” su diversi fronti. Un aneddoto: «Abbiamo scoperto un furto di identitĂ : una azienda è risultata essere iscritta al registro F-gas e condurre attivitĂ  con F-gas a sua insaputa. Per questo inizieremo presto una verifica identitaria di tutte le 600 aziende italiane iscritte al registro per evidenziare eventuali altre truffe di questo genere». Vi sono anche installatori che sfuggono alle regole facendo un grave danno a chi invece investe molti soldi per acquisire una competenza e una professionalitĂ  certificata. «Di questo siamo consapevoli. Uno dei punti fermi che abbiamo adesso è che il sistema della certificazione della formazione verrĂ  rivisto perchĂ© questo regolamento lancia sfide epocali su chi andrĂ  a gestire gli apparecchi. A inizio anno lanceremo ufficialmente le audizioni del ministero con tutti gli stakeholder del settore e ci aspettiamo un contributo importante in termini di modalitĂ  di ricezione dei tanti aspetti che dovremmo andare a normare».

CHI è l´UNIONE del CALDO e del FREDDO GREEN

L’Unione del Caldo e del Freddo Green (UCFG) è un gruppo di lavoro nato spontaneamente nel novembre 2021, durante la fiera di Refrigera a Bologna: coordinato da Legambiente, è rappresentato oggi da 15 aziende italiane (Arneg, Carel, Criocabin, Dorin, Eliwell, Embraco, Enex, Epta, Euroklimat, GTS special gas, Lu-Ve Group, SCM Frigo, Teon, Vulkan, Zudek) del settore della refrigerazione, condizionamento e riscaldamento basato su tecnologie innovative (pompe di calore), accumunate dalla volontà di perseguire e sostenere un approccio sostenibile in un settore chiave in Italia come quello della refrigerazione e del comfort domestico.