Europa: nuovo rapporto Coolproducts

Credits: EEB

Trasferendo anche solo la metà dei 3,2 miliardi di euro di sussidi annuali per il riscaldamento fossile pagati dagli Stati membri verso le pompe di calore, l’Europa potrebbe passare al 100% di calore rinnovabile entro il 2040: è quanto emerge dal nuovo rapporto Coolproducts pubblicato di recente dall’European Environmental Bureau (EEB).

La ricerca rivela che un investimento aggiuntivo gestibile per un totale di 21 miliardi di euro nel prossimo decennio e mezzo garantirà un panorama energetico più equo e pulito per tutti: un ritorno dell’investimento di 7 anni per tutti i cittadini che installano pompe di calore e una copertura totale dei costi iniziali per le famiglie in difficoltà. Con la tassazione del carbonio, l’investimento può essere ridotto a 14 miliardi di euro.

Lo studio analizza anche le prime 12 bozze di Piani Nazionali per l’Energia e il Clima (PEC) presentate dagli Stati membri e rileva che nella maggior parte di esse manca l’ambizione di decarbonizzare il riscaldamento e il raffreddamento.

Altri risultati significativi sono:

* In tutti gli Stati membri è più conveniente utilizzare una pompa di calore piuttosto che una caldaia a gas o a olio, tranne che in Belgio, dove è necessaria l’energia solare per raggiungere il pareggio.

* Con gli attuali sussidi, 16 Stati membri hanno già accesso a pompe di calore a prezzi accessibili che si ripagano entro 7 anni dal primo investimento, tra cui Germania, Italia, Spagna, Polonia e Paesi nordici.

* Belgio, Irlanda e Paesi Bassi sono i meno ambiziosi nel fissare gli obiettivi per la quota di energia rinnovabile nel riscaldamento e nel raffreddamento, puntando tutti a una percentuale inferiore al 10%.

* L’Italia e la Polonia continuano a sovvenzionare generosamente il riscaldamento fossile e l’installazione di nuove caldaie. Belgio e Polonia continuano a sostenere, in alcune forme, la tecnologia di riscaldamento a carbone.

Il rapporto dipinge un quadro vivido del potenziale di una soluzione efficiente ed economica alla povertà energetica, un problema che affligge una famiglia europea su quattro, aggravato da sistemi di riscaldamento a combustibili fossili obsoleti e costosi.

Davide Sabbadin, vicedirettore delle politiche per il clima dell’EEB, ha dichiarato:

«Un futuro con riscaldamento a combustibili fossili ha lasciato e lascerà molti al freddo. L’UE e i suoi Stati membri devono porre fine alle vecchie tecnologie fossili e spostare i fondi verso alternative come le pompe di calore, l’energia solare e il teleriscaldamento, offrendo una realtà più accessibile e sostenibile per le famiglie vulnerabili».