I refrigeranti fluorurati (gas fluorurati) sono gas artificiali utilizzati principalmente nei settori della refrigerazione, delle pompe di calore e del condizionamento dell’aria. La maggior parte di essi ha un significativo effetto di riscaldamento globale una volta emessi nell’atmosfera, migliaia di volte peggiore e con una vita più lunga rispetto all’anidride carbonica.
Sono stati fatti tentativi per ridurre gli impatti ambientali negativi dei refrigeranti sostituendo le vecchie generazioni di gas fluorurati – ad elevato GWP – con nuove, a minor GWP. Ma la sostituzione di un refrigerante sintetico con un altro non si è dimostrata una soluzione sostenibile. Anche se i nuovi refrigeranti hanno un GWP inferiore, esistono numerosi altri impatti climatici derivanti dalla loro produzione e dal loro degrado nell’atmosfera. Questi impatti, tuttavia, sono per lo più ignorati dai responsabili politici. Le informazioni sull’impatto totale dei refrigeranti sono scarse e il modo in cui vengono presentate a volte è fuorviante.
Un nuovo documento della associazione ECOS mostra che ci sono più impatti climatici associati ai gas fluorurati di quelli solitamente considerati. Secondo quanto riferito dalla Associazione, “i refrigeranti fluorurati comunemente usati contribuiscono al riscaldamento globale anche attraverso le emissioni associate alla loro produzione, oltre che alla loro degradazione. Anche i refrigeranti fluorurati più recenti che hanno un potenziale di riscaldamento globale inferiore provocano emissioni molto preoccupanti. Quando subiscono la degradazione, alcuni di questi refrigeranti si dividono in sostanze nocive che sono attualmente vietate dalla legislazione dell’UE e che i refrigeranti moderni dovrebbero sostituire“.
La Commissione europea sta attualmente analizzando diverse opzioni politiche per la revisione del regolamento UE sui gas fluorurati. ECOS chiede di tenere conto degli impatti trascurati dei gas fluorurati e di promuovere un cambiamento verso alternative naturali e non fluorurate, come gli idrocarburi, che non solo hanno un GWP basso, ma anche un’impronta carbonica durante la loro produzione molto bassa.
Il documento è disponibile in inglese QUI
