Il regolamento europeo (UE) 517/2014 sui gas fluorurati a effetto serra è una componente integrante degli obiettivi di protezione del clima dell’Unione europea. Al fine di raggiungere questi obiettivi per i gas fluorurati a effetto serra, le quantità di idrofluorocarburi (HFC) disponibili sul mercato dell’UE saranno gradualmente ridotte in una cosiddetta fase di riduzione graduale. L’obiettivo è raggiungere un livello del 21% rispetto alla quantità di riferimento (baseline) entro il 2030, ovvero una riduzione di quasi l’80%.
Nella fase attuale, la quantità di HFC per gli anni 2018-2020 sarà ridotta al 63% rispetto alla quantità’ di riferimento del 2015 e resa disponibile ai partecipanti registrati sul mercato attraverso un sistema di quote. La fornitura di gas fluorurati con elevato potenziale di riscaldamento globale (GWP) è fortemente limitata “per stimolare l’innovazione e l’uso di alternative a basso GWP e HFC-free ” (QUI)
Anche se il consumo di HFC in Europa (basato sulla quantità di equivalenti di CO2) è diminuito negli ultimi anni, il mercato finora non ha risposto adeguatamente alla riduzione graduale: gli HFC sono ancora utilizzati come refrigeranti in troppi sistemi di refrigerazione e vengono utilizzati in tecnologie di condizionamento dell’aria (ad es. Sistemi di refrigerazione nei supermercati, condizionatori d’aria, pompe di calore), sebbene siano disponibili alternative. Riducendo i livelli di HFC, i prezzi dovrebbero aumentare e alcuni refrigeranti ad alto GWP ora non sono più disponibili. L’attuale situazione è stata inoltre esacerbata dal fatto che anche in anni recenti sono stati costruiti impianti di refrigerazione e di condizionamento dell’aria con refrigeranti ad alto GWP.
I requisiti del regolamento 2014 (riduzioni di fase, divieti e restrizioni) si basano su studi che dimostrano che sono disponibili alternative e tecnicamente fattibili. Da allora, sono state sviluppate numerose altre alternative.
Per discutere della attuale situazione il settroe del freddo etdecso ha incontrato a febbraio il legislatore (rappresentato dall‘Umweltbundesamt – UBA – Ufficio Federale per l’Ambiente). Come comunicato a ZeroSottoZero direttamente da UBA, è stata istituita una pagina dedicata all’incontro in cui sono disponibili i diversi interventi che si possono cosi riassumere:
- È stato sottolineato che il Regolamento F gas 517/2014 non prevede strumenti per gestire eventuali situazioni di crisi. Secondo l’articolo 15(4) sono possibili alcuni eccezioni per specifici prodotti o categorie ma solo ed esclusivamente risulta non essere disponibile nessuna alternativa e comunque il ricorrere a tali esenzioni è legato a costi molto elevati.
- Secondo la Commissione europea l’aumento dei prezzi è nel limite previsto, ma essa continuerà a monitorare il loro andamento.
- Secondo la Commissione Il regolamento F gas funziona:
- Le emissioni calano ormai dal 2007 (primo regolamento F gas)
- Il consumo di HFC cala;
- Le aziende si attengono alle loro quote e non risultano ad oggi esserci indicazioni di grossi commerci illegali.
- La Commissione riconosce la necessità di mettere urgentemente in atto le seguenti misure:
- Migliorare continuamente la tenuta degli impianti in modo da minimizzare la necessità di ricarica
- Recuperare e riciclare o rigenerare il refrigerante HFC utilizzato;
- Utilizzare refrigeranti F gas “ready” negli impianti nuovi secondo lo stato dell’arte.
Anche EPEE è intervenuta all’incontro e le conclusioni dell’Associazione sono:
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- Il phase down è fattibile ma non e una “passeggiata”
- Il settore deve reagire in fretta ed allontanarsi quanto prima da F gas ad alto GWP
- È necessario attualizzare standard e regolamenti adattandoli ad un futuro maggiore uso di refrigeranti infiammabili;
- Gli installatori hanno bisogno di adeguate competenze nell’utilizzo di refrigeranti infiammabili.