Giappone: l’avanzata della refrigerazione naturale

Secondo quanto indicato nella recente guida Shecco sul settore della refrigerazione naturale in Giappone, nella nazione cresce costantemente l’interesse per queste alternative. Lo dimostrerebbe anche il fatto che all’inizio di luglio l’associazione giapponese JRECO – Japan Refrigerants and Environment Conservation Organization – ha indicato le aziende che riceveranno il sostegno finanziario del Ministero dell’Ambiente (MOE) giapponese nella prima tornata di finanziamenti per i progetti di refrigerante naturale (3-4 tornate in totale).

Questo primo turno di selezione delle domande per una sovvenzione per il 2016 ha visto finanziamenti concessi per 333 progetti nella refrigerazione commerciale e industriale. Sono state selezionate 70 aziende (77 progetti) del settore di stoccaggio a freddo, 35 aziende (36 progetti) del settore alimentare-produzione e 13 aziende (220 progetti) nel settore alimentare al dettaglio (negozi e supermercati).

Grandi nomi di aziende giapponesi – come Esaki Glico, Nichirei Logistica, Maruha Nichiro, Yokohama Reito, Ajinomoto e Kobeya dal settore industriale giapponese di raffreddamento e COOP, Seiyu, Lawson, Mini Stop and Yamato Transport dal settore commerciale – riceveranno i sussidi dopo il completamento dei progetti.

Nel 2016 il governo giapponese ha aggiunto le piste di pattinaggio e impianti di produzione chimica all’elenco dei settori ammissibili a ricevere sovvenzioni. Un gran numero di impianti industriali in Giappone usa ancora R22. Per questo l’industria ha chiesto di aggiungere un finanziamento supplementare di mille miliardi di yen in sovvenzioni per progetti in celle frigorifere e piste di pattinaggio.

È dal 2005 che il Ministero dell’Ambiente (MOE) giapponese ha avviato un regime di sovvenzioni per progetti commerciali e industriali che utilizzano refrigeranti naturali. Nel periodo 2005-2013 lo schema ha approvato un totale di 242 progetti.