Accordo di Parigi: l’UE ha firmato

Il 22 aprile a New York si sono ritrovati i leader di 165 Paesi per firmare ufficialmente l’accordo di Parigi sul clima. Anche l’Unione europea ha posto la sua firma sul documento. Per l’Europa hanno partecipato alla cerimonia il vicepresidente della Commissione responsabile per l’Unione Energetica Maroš Šefčovič e il commissario per l’Azione per il clima e l’energia Miguel Arias Cañete.

Il Vicepresidente Šefčovič ha dichiarato a Bruxelles: “La nostra firma significa prima di tutto che stiamo firmando gli impegni che abbiamo preso a Parigi e che stiamo firmando per un passaggio fondamentale verso una economia a basso tenore di carbonio. Questa transizione è ormai irreversibile e inarrestabile. A livello globale stiamo vedendo i venti del cambiamento. L’Europa è parte di questo cambiamento e continuerà ad essere una forza trainante. Ecco perché abbiamo bisogno di creare l’Unione Energetica e le condizioni per opportunità future, l’innovazione e la creazione di occupazione che questa transizione porterà“.

Il Commissario Arias Cañete ha dichiarato: “Abbiamo concordato la firma e oggi rispettiamo quegli accordi”.

L’accordo entrerà in vigore una volta che è stato ratificato da almeno 55 Paesi, che rappresentano almeno il 55% delle emissioni globali di gas a effetto serra. Per l’Unione Europea ciò richiederà non solo una procedura legislativa a livello UE – che coinvolge il consenso del Parlamento europeo – ma anche la ratifica di ciascuno dei 28 Stati membri. La Commissione ha presentato a marzo 2016 una valutazione delle implicazioni per l’Unione europea, dell’accordo di Parigi. Il Consiglio europeo nelle sue conclusioni del 18 marzo 2016 si è espresso a favore della firma e ratifica tempestiva dell’accordo di Parigi dagli Stati membri. Il Consiglio ha invitato la Commissione a presentare le principali proposte legislative rimanenti per attuare il quadro 2030 che sottolinea l’impegno dell’UE per ridurre le emissioni di gas serra a livello nazionale e di aumentare la quota delle energie rinnovabili e migliorare l’efficienza energetica, in linea con l’accordo del Consiglio europeo nel mese di ottobre del 2014.

In questo contesto e nel rispetto delle conclusioni del Consiglio europeo dell’ottobre 2014, la Commissione presenterà nei prossimi 12 mesi proposte per una decisione di condivisione dello sforzo tra paesi e tra settori. Infatti la UE si e’ impegnata per una riduzione totale del 40% delle emissioni al 2030 ma non e’ ancora definito come saranno raggiunti quetsi obiettivi e come sara’ suddiviso l’impegno tra i 28 Stati Membri.

L’accordo di Parigi “in pillole”

L’accordo di Parigi stabilisce un piano d’azione globale per mantenere la temperatura globale salire questo secolo ben al di sotto di 2°C e di guidare gli sforzi per limitare l’aumento ulteriormente a 1,5°C rispetto ai livelli pre-industriali;

  • I Paesi firmatari hanno concordato controlli e verifiche ogni 5 anni pere essere sicuri di rimanere in linea con gli obiettivi ed eventualmente attuare misure più’ stringenti;
  • I Paesi hanno affermato di volte raggiungere le “emissioni zero” tra il 2050 e il 2100;
  • Sarà istituito un fondo monetario per aiutare i paesi in via di sviluppo venire a capo ei propri impegni. IL fondo prevede 100 miliardi $ anno entro il 2020;
  • Le emissioni navali e aeree non sono legate agli impegni di COP21 perché’ non si possono contare nel paniere di nessun paese specificatamente. Eppure si prevede che esse aumenteranno drammaticamente entro il 2050.
  • Nell’accordo non è ancora stato definito un prezzo per la CO2.