Il variegato mondo dei refrigeranti e le sue conseguenze

In una tavola rotonda organizzata da Assofrigoristi nel contesto dell’ultima edizione della fiera HOST, moderata da Marco Masini, si è parlato del variegato paesaggio dei refrigeranti oggi sul mercato, delle sfide che questi pongono al settore e del ruolo della formazione nel poterle affrontare.
Giacomo Pisano – Officine Dorin

Negli ultimi anni si è assistito al proliferare di nuovi refrigeranti di sintesi e relativi blends atti – a detta dei produttori – a sostituire in moltissime applicazioni i vecchi refrigeranti in via di riduzione o eliminazione a causa del nuovo regolamento sui gas fluorurati. Si è però venuto a creare un paesaggio in cui dei liquidi di lavoro proposti non sempre si conoscono bene le prestazioni nelle varie applicazioni: talora non se ne conosce a sufficienza l’efficienza, talora il loro utilizzo non si rivela ideale per tutte le applicazioni. Siamo insomma in una situazione un poco confusa per quanto riguarda le nuove proposte di sintesi e si respira un’aria di corsa sfrenata per occupare tutti i posti che l’applicazione del nuovo regolamento lascerà liberi. È un effetto collaterale della regolamentazione F-gas – probabilmente naturale: via i refrigeranti storici, si deve trovare l’alternativa. E questa alternativa – a detta di chi usa il refrigerante – oltre a rispettare i parametri legislativi e di efficienza energetica, deve esser „future proof“, per usare le parole di Giacomo Pisano – Officine Meccaniche Dorin – intervenuto alla tavola rotonda. „Il retail ci chiede una soluzione che offra la sicurezza di ritrovare lo stesso refrigerante anche tra cinque, dieci, quindici anni per non dover continuamente cambiare l’impianto o adattarlo“.

Stefano Fedeli – General Gas
Mario Scuderi

Secondo Stefano Fedeli – General Gas – l’industria chimica è in grado di offrire questa soluzione: la piattaforma Solstice – che si basa sui nuovi HFO – verrà ulteriormente sviluppata per rispondere a tutte le esigenze ancora non coperte. Ma è anche vero che questo significherà portare sul mercato un’ulteriore serie di refrigeranti nuovi. „Negli ultimi tre anni abbiamo investito molta energia per seguire tutte le nuove sintesi arrivate sul mercato“ afferma Pisano. Per ogni nuovo refrigerante bisogna collaudare i componenti, fare test di laboratorio, di efficienza etc. Questo richiede un grosso investimento in tempo ed energia per soluzioni di cui non si conosce la potenziale durata sul mercato e che talora in realtà non sono nemmeno strade veramente percorribili. „Il pane quotidiano di Dorin non sono – come si potrebbe credere – i compressori a CO2, ma quelli per HFC. E noi vorremmo anche continuare a lavorare con questo settore“ afferma Pisano. Ma è anche vero che lo sforzo per testare nuove soluzioni deve essere commisurato alla reale possibilità di applicazione. Per questo quella famosa frase attribuita a Martin Schulz – politico europeo sotto la cui egida è stato promulgato il regolamento F-gas – „Non vi è soluzione veramente definitiva se non i gas naturali“ – e pochi altri, aggiungiamo noi – suona vicina alla realtà. Semplicemente perché tali refrigeranti non ricadono nel regolamento F gas e si sa, tra vent’anni saranno ancora qui. Sulla stessa linea di pensiero è Mario Scuderi – responsabile formazione presso Assofrigoristi. „Negli ultimi anni sono state investite enormi risorse per trovare nuovi fluidi. Queste ricerche portano probabilmente a risolvere problemi specifici come il mantenimento di impianti per soddisfare le necessità della refrigerazione medio-piccola, pur lasciando svariati problemi. I fluidi naturali offrono una soluzione non solo immediata e definitiva, ma anche supportata da esperienze di sempre maggiore valore e, a riprova della loro validità, o non sono mai stati abbandonati – come l’ammoniaca – o stanno tornando in auge – come la CO2 e gli idrocarburi“.