Trent’anni di buco nell’ozono. Un anniversario

Joe Farman, Brian Gardiner e Jon Shanklin (da sin verso ds) (Credit: British Antarctic Survey)

Nel maggio 1985 Joe Farman, Jonathan Shanklin e Brian Gardiner del British Antarctic Survey pubblicano un articolo sulla rivista scientifica Nature. (QUI) Nell’articolo si indica la presenza di un grosso buco nello strato d’ozono sopra l’Antartide, in espansione. Si indica anche la causa di questo buco ovvero i CFC o clorofluorocarburi, allora comunemente usati in aerosol e come refrigeranti. La dimensione e la velocità con cui il buco si andava formando sembrava allarmante e l’articolo ha contribuito a convincere i governi di tutto il mondo ad agire. Il risultato? Il protocollo di Montreal del 1987.

Da allora di strada ne è stata fatta e il buco nell’ozono sembra in via di guarigione, ma il processo è lento e sempre piĂą complicato. Oggi si sta chiarendo anche l’interazione tra ozono ed effetto serra e la presneza massiccia in atmosfera die sostituti die CFC e HCFC deve tenerci vigili. IN una trasmissione radiofonica la BBC (QUI) celebra la pubblicazione di quetso articolo e le conseguneze che esso ha avuto sulla politica mandiale e sull’ambiente.

Nella trasmissione si accenna anche al problema del traffico illegale degli ODS, sostanze dannose per l’ozono. Di questo tema, estremamente attuale e di grande portata mondiale,  si è occupata anche la nostra rivista, con un articolo che potrete leggere nel numero di giugno di ZZ (Zero sotto Zero)