Il ruolo delle pompe di calore industriali secondo Paul Hodson, DG Energia, Commissione europea

Paul Hodson – capo dell’Unità per l’efficienza energetica, DG Energy della Commissione Europea

In un’intervista, Paul Hodson – capo dell’Unità per l’efficienza energetica, DG Energy della Commissione Europea, spiega del potenziale contributo delle applicazioni industriali per l’energia, il clima e l’efficienza energetica.

L’intervista è stata realizzata dall’European Heat Pump Association ed è stata pubblicata nel suo bollettino “Heat Pump News”.

  • Che importanza ricoprono efficienza energetica e energie rinnovabili nelle applicazioni industriali?

Più della metà del consumo energetico primario europeo è dovuto a usi termici. Nel 2010 si è trattato di ben 969 Mtoe. Nell’industria la domanda di calore è  stata stimata intorno a 165Mtoe nel 2010, il che rappresneta il 17% della domanda di energia termica europea.

Il calore industriale può essere suddiviso in tre categorie a seconda della temperatura richiesta. I processi che richiedono calore sopra i 400°C sono il 57% del totale dei processi industriali, mentre i processi con calore a basse temperature rappresentano il 25% della richiesta industriale totale. Il resto è costituito da  processi che richiedono tra i 100 e i 400 °C.

Dal punto di vista tecnologico le pompe di calore sono ben adatte per  essere usate per applicazioni a basse temperature. Sebbene oggi le energie fossili siano ancora indispensabili per alcuni processi industriali , le energie rinnovabili possono giocare un ruolo fondamnetale anche nelle alte temperatura se si usano biogas o biomasse come fonte di energia.

Negli ultimi anni il fabbisogno di energia da parte dell’industria è  diminuito, (anche, ndr.) riflettendo lo sforzo fatto dall’industria per ridurre i suoi conusmi Questa tendenza negativa deve continuare per rispondere in maniera attiva al probelma della sicurezza eneregtica.

  • Quali sono le priorità dell’agenda politica per il 2015? Le pompe di calore per i processi industriali sono una priorità per il direttorato sull’Energia?

Le sfide energetiche e climatiche che affrontiamo oggi sono di complessità crescente. L’esperienza ha mostrato che è necessario un approccio europeo per affrontarle, i singoli Stati membri da soli non saranno in grado di affrontare tali problematiche. Costruire un Unione Energetica Europea è uno dei punti importanti sulla agenda politica. L’unione energetica dovrebbe affrontare i temi della sicurezza, sostenibilità e approvvigionamento curando soprattutto i seguenti aspetti: il completamento e rimodernamento del mercato interno dell’energia,  la sicurezza dell’approvvigionamento,  l’efficienza energetica e la decarbonizzazione del nostro mix energetico. La decarbonizazzione dovrebbe essere uno dei pilastri dell’Unione Energetica Europea, cosi come anche l’efficienza energetica. In questo senso, allora, le pompe eneregtiche rientrano chiaramente nel piano politico europeo.

  • L’attuazione di nuove misure politiche è spesso ostacolato dalla mancanza di conoscenza o di mezzi economici. La Commissione prenderà questi aspetti in considerazione, magari organizzando specifici programmi di supporto?

Nel nostro programma di lavoro H2020 diamo molta enfasi alla costruzione di capacità su tutta la linea, che comprende le questioni relative all’uso della tecnologia, l’innovazione organizzativa e finanziaria, l’attuazione del quadro legislativo e di networking. Questo atteggiamento continuerà anche nel futuro, sostenendo anche lo sviluppo tecnologico anche delle pompe di calore. Per quanto riguarda il sostegno finanziario dell’UE per gli investimenti, il quadro finanziario pluriennale 2014-2020 ha aumentato significativamente gli stanziamenti per l’efficienza energetica, in particolare nel quadro europeo strutturali e fondi di investimento (17 miliardi di euro previsto). Inoltre, la recente comunicazione sul “piano di investimenti per l’Europa” si propone di istituire un apposito “Fondo europeo per gli investimenti strategici”, considerando che l’efficienza energetica è destinata a diventare una delle principali aree di attività.

 

L’intervista originale, in inglese, si trova QUI