Refrigerazione in Iraq, nonostante tutto

Foto di gruppo dei partecipanti del corso sulla refrigerazione organizzato dall'UNEP per l'IRAQ
Foto di gruppo dei partecipanti del corso sulla refrigerazione organizzato da UNEP e UNIDO per l’IRAQ

In Iraq, nonostante la gravissima situazione, la refrigerazione e il condizionamento non vengono messi in secondo piano. Le Nazioni Unite, che coordinano con le agenzie UNEP e UNIDO e con il Centro Studi Galileo di Casale Monferrato la formazione nei Paesi Asiatici e Africani, hanno inviato in Giordania, nelle regioni di confine non raggiunte dal conflitto, un loro collaboratore per formare le istituzioni, le industrie e gli artigiani iracheni sulla certificazione ambientale europea riguardante i Patentini per i Tecnici del Freddo PIF. Ma come può  essere la refrigerazione in un paese così diverso dal nostro e martoriato da anni di guerra? Lo spiega Marco Buoni che ha partecipato per l’Italia a questo programma di formazione: “Si utilizza in larga scala HCFC R22, gas molto dannosi per l’ozono. Questo programma UNEP/UNIDO vuole dare il via ad una graduale sostituzione con i nuovi gas a impatto zero. Così facendo, oltre ad aiutare i paesi in via di sviluppo, si aiuta anche l’Europa che non trovandosi sola nel processo di sostituzione dei gas non vede vanificati i suoi sforzi. E’ uno sforzo ammirevole, quello di questi paesi ora:  nonostante i problemi interni siano gravissimi, si trova tempo ed energia per sfidare il cambiamento in un settore fondamentale come il nostro.” Quale è il livello di preparazione trovato? “Certamente non conforme agli standard europei ma di discreto livello. Al corso erano presenti molti colleghi di centri formativi locali, che furono istituiti dagli stati europei a partire dal 1940, contribuendo a formare una cultura della refrigerazione significativa e indispensabile in questi paesi. La refrigerazione è un’occasione importantissima per queste persone e per queste nazioni. Cambia la vita delle persone, permette di far giungere nei luoghi più lontani i vaccini, di conservare gli alimenti. E’ importante per la ripresa economica e sociale di questi paesi che la refrigerazione si sviluppi anche qui massicciamente.”