Lo sappiamo: questa non è una rivista di ambiente e cambiamenti climatici. Ma certi documenti e certe affermazioni non si possono ignorare perché comunque i cambiamenti climatici influenzeranno anche il nostro settore.
Ed eccoci quindi a riportare la notizia che ieri è stato presentata a Berlino anche l’ultima parte del rapporto IPCC sul clima, la terza.
Cosa ci dice questa terza parte? Innanzitutto che le emissioni di carbonio sono aumentate a livelli mai raggiunti in precedenza nella storia del genere umano e questo nonostante le misure e le politiche per ridurre il cambiamento climatico. Le emissioni sono aumentate tra il 2000 e il 2010 più velocemente che in ciascuna delle tre decadi precedenti. Secondo il gruppo di lavoro III dell’IPCC sarebbe possibile limitare l’aumento della temperatura media globale di 2°C con una serie di misure specifiche. Tuttavia solo significativi cambiamenti a livello tecnologico e istituzionale potranno concretizzare la possibilità di non superare tale soglia.
“C’è un chiaro messaggio da parte della scienza – dice il rapporto – ovvero che per evitare pericolose interferenze con il sistema climatico dobbiamo cambiare strada e abbandonare il business as usual”
Nel rapporto sono stati analizzati più di 1200 scenari possibili tratti dalla letteratura scientifica. Tali scenari sono stati elaborati da 31 gruppi di lavoro per analizzare le implicazioni economiche, tecnologiche e istituzionali di situazioni con diversi livelli di ambizione di riduzione.
Il risultato è comunque che abbiamo la possibilità di mantenerci entro un cambiamento di 2°C, ma questo significa ridurre le emissioni del 40-70% entro la metà del secolo e ridurle azero entro la fine del secolo.
E’ chiaro che questo implichi dei costi, ma agire immediatamente significa limitare i costi associati alla necessita di limitare i danni.