Legambiente e Assofrigoristi lanciano un appello affinché il regolamento sui gas refrigeranti, che nei prossimi giorni vedrà una fase risolutiva delle trattative in corso a Bruxelles tra Parlamento e Consiglio Europeo, venga varato con criteri di ambizione e di lungimiranza. Le dimensioni del problema sono di assoluta priorità se si considera che lo stock di gas presenti nel nostro Paese ha un potenziale di emissioni climalteranti pari al 50% del totale a livello nazionale e che negli ultimi venti anni, rispetto ad una diminuzione dei gas serra del 15% in Europa, è stato registrato un aumento delle emissioni dovute ai gas refrigeranti del 60% circa. “Il regolamento sui gas refrigeranti rappresenta un’occasione unica per ottenere un risultato reale nella lotta ai cambiamenti climatici e nel contempo, per aiutare le aziende italiane della green economy, che in questo settore sono quelle che negli ultimi 20 hanno investito anni in ricerca e sviluppo dei refrigeranti naturali e che oggi sono leader di mercato in molti paesi europei – dichiara Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente – Anche in questo caso, chiediamo che il principio chi inquina paga, sia introdotto in maniera chiara e risoluta nel regolamento, in modo tale che chi immette gas inquinanti nel mercato debba pagare una ecotassa i cui proventi saranno poi utilizzati come eco bonus per acquistare tecnologie più verdi. E’ inoltre centrale – conclude Cogliati Dezza – il concetto di messa al bando dei gas refrigeranti fluorurati, HFC, in ogni applicazione dove il mercato presenti delle alternative naturali già esistenti o di prossima introduzione“.
Alla luce di come, la diciannovesima conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, tenutasi nella scorsa settimana a Varsavia, si sia conclusa per l’ennesima volta con un nulla di fatto, appare sempre più evidente la necessità di procedere con impegni localmente concreti, innovazioni e nuovi regolamenti da introdurre in settori specifici. “Il nuovo regolamento dev’essere un occasione per riportare ordine nel mercato dei gas refrigeranti, che tocca tutte le nostre case e imprese, riportando la carica dei gas nelle mani dei professionisti che ne prevengano le fughe e garantiscano tracciabilità e sicurezza – dichiara Valentino Verzotto presidente Assofrigoristi – I tecnici frigoristi italiani sono disponibili già da subito ad affinare le proprie competenze per garantire un passaggio del mercato alle alternative naturali come idrocarburi, anidride carbonica o ammoniaca o comunque con gas refrigeranti a basso impatto ambientale“. E’ importante dunque, non fare passi indietro. L’auspicio di Legambiente e Assofrigoristi è che la discussione sul Regolamento europeo sia in primo luogo l’occasione per la realizzazione di un veritiero e controllato sistema di smaltimento e di riciclo dei gas refrigeranti che punti, attraverso la creazione di un consorzio, a raggiungere percentuali di recupero significative. Non è ulteriormente rimandabile agire per la sostituzione delle attuali tecnologie con quelle basate su gas a minore impatto e maggiore performance ambientali. A questo proposito è fondamentale che il ministro dell’Ambiente Orlando, a cui nei giorni scorsi è stata inviata una lettera dalle due associazioni, si adoperi per lo sblocco dello stallo delle trattative a Bruxelles ed il varo di un regolamento ambizioso. In questa richiesta Legambiente e Assofrigoristi hanno catalizzato anche l’appoggio di importanti aziende italiane del comparto freddo, che contano complessivamente svariate migliaia di occupati.
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