Ogni giorno Surgital produce 160 tonnellate di pasta fresca, 80.000 piatti pronti monoporzione e 12 tonnellate di sughi in pepite, distribuiti in 60 Paesi nel mondo, impegnando oltre 350 dipendenti nel plant di Lavezzola (RA) e 500 a livello di gruppo, per un fatturato di oltre 120 mln di euro. Prima azienda italiana nel comparto frozen, consapevole del valore del freddo come unico alleato per preservare la qualità di prodotto, da 24 anni ha abbracciato una filosofia di continua sperimentazione e innovazione, rafforzando costantemente il suo impegno per il progresso tecnologico e l’attivazione economica locale. A Lavezzola (RA), dove avviene tutta la produzione, i processi produttivi evolvono continuamente, adottando le più recenti innovazioni tecnologiche in ambito di surgelazione, affinché il prodotto che esce preservi inalterate le caratteristiche originali di qualità e genuinità. Ma a fronte di un’apparente semplicità di processo, si cela la storia di un modello imprenditoriale unico al mondo.
«Era il 2000. Avevamo testato che la pasta fresca si poteva surgelare e la domanda da parte della ristorazione era inequivocabile: dovevamo trasformarci in una realtà industriale» racconta Edoardo Bacchini, AD e fondatore insieme a Romana Tamburini di Surgital. Cosa usare come refrigerante? La scelta – ai tempi molto pionieristica – è caduta sull´anidride carbonica, una decisione innovativa, che ha superato le restrizioni legate all’uso dell’ammoniaca e alle limitazioni ambientali del freon. Questa soluzione, ispirata da un impianto in Inghilterra, è stata sviluppata con successo grazie alla collaborazione con tecnici esperti, culminando nella realizzazione di un sistema di refrigerazione industriale che ha raggiunto una capacità di 1200 kW e temperature fino a -40°C, superando ogni aspettativa; grazie alla tecnologia IQF (Individual Quick Frozen) la surgelazione della pasta avviene in tempi rapidissimi, con parametri e metodi ad hoc per ogni tipo di prodotto.
Se gli si chiede quale sarà il prossimo passo coraggioso di Surgital, Edoardo Bacchini risponde: «Ho sempre creduto nella ricerca scientifica, nella sperimentazione, per questo dedichiamo ogni anno i nostri investimenti alla ricerca di soluzioni. Soluzioni tecnologiche che ci facciano avanzare verso il futuro, il che non significa semplicemente crescita, margini, quote di mercato, ma parlo di benessere.
Siamo un’azienda fortemente energivora, perché il processo di surgelazione lo richiede, ma abbiamo sempre creduto in un’economia circolare dove l’energia possa essere riutilizzata, in modo strategico, per alleggerire in primis la nostra impronta carbonica, ma per far star bene le persone che lavorano con noi e che vivono nella nostra comunità. Grazie alla fiducia riposta nei nostri tecnici, nei nostri ingegneri – che spesso hanno assecondato le mie visioni – siamo arrivati fin qui, ora siamo pronti per il prossimo passo». Nel quadro del piano industriale ancora in corso (2023-2025), la sostenibilità emerge dunque come pilastro fondamentale: 20 milioni di euro sono stati destinati all’ammodernamento degli impianti e delle strutture presso lo stabilimento di Lavezzola, con l’obiettivo di potenziare la capacità produttiva in modo eco-sostenibile. Installato recentemente anche un nuovo propulsore per la centrale di cogenerazione, con una potenza di 4,6 MWh. L’introduzione di un software di machine learning ottimizzerà poi la gestione e la calibrazione di tutti i driver energetici e termici, contribuendo ulteriormente alla sostenibilità dell’intero processo produttivo.
Parallelamente, l’azienda ha recentemente terminato l’installazione di un nuovo impianto fotovoltaico all’interno del perimetro aziendale che arriverà a raggiungere una potenza massima di produzione di 2,4 MWh. L’obiettivo ambizioso cui l’azienda punta è l’autosufficienza energetica, evidenziando come l’applicazione di tecnologie innovative possa contribuire in modo significativo alla realizzazione degli obiettivi, in termini di sostenibilità e miglioramento delle prestazioni operative.