Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, circa un terzo del cibo prodotto a livello globale ogni anno viene sprecato, mentre circa 800 milioni di persone soffrono la fame.
Un nuovo studio dell’Università del Michigan, finanziato in parte da Carrier Global Corp., conclude che quasi la metà degli sprechi alimentari, circa 620 milioni di tonnellate, potrebbe essere eliminata attraverso catene di approvvigionamento alimentare completamente refrigerate in tutto il mondo.
Allo stesso tempo, catene di approvvigionamento completamente refrigerate potrebbero ridurre del 41% a livello globale le emissioni di gas serra legate ai rifiuti alimentari che contribuiscono al riscaldamento del clima. Lo studio è stato pubblicato online il 28 maggio sulla rivista peer-reviewed Environmental Research Letters.
Secondo questo studio, l’Africa sub-sahariana e l’Asia meridionale e sud-orientale hanno il maggior potenziale di riduzione sia delle perdite alimentari che delle relative emissioni attraverso una maggiore implementazione della catena del freddo.
In uno scenario di refrigerazione ottimizzato, il Sud e il Sud-Est asiatico potrebbero registrare una riduzione del 45% delle perdite alimentari e una diminuzione del 54% delle emissioni associate. L’Africa sub-sahariana offre enormi opportunità sia per la riduzione delle perdite alimentari (47%) che delle emissioni (66%) in condizioni di refrigerazione ottimizzate.
E in molte situazioni, secondo lo studio, lo sviluppo di catene di approvvigionamento alimentare “dalla fattoria alla tavola” più localizzate e meno industrializzate può produrre risparmi alimentari paragonabili a catene del freddo ottimizzate.
Altri risultati emersi dallo studio in questione sono:
- La più grande opportunità per ridurre le perdite alimentari nelle economie meno industrializzate è la catena di approvvigionamento tra l’azienda agricola e il consumatore.
- Mentre la quantità di perdite di frutta e verdura è molto più elevata, in termini di peso, in tutto il mondo, le emissioni legate al clima associate alle perdite di carne sono costantemente maggiori di quelle associate a qualsiasi altro tipo di cibo, a causa principalmente dell’elevata intensità di gas serra di produzione di carne.
- Confrontando i vantaggi delle catene di approvvigionamento alimentare globalizzate e tecnologicamente avanzate con quelli dei sistemi alimentari localizzati “dalla fattoria alla tavola” risulta che i sistemi alimentari iperlocalizzati comportano perdite alimentari inferiori rispetto a catene di approvvigionamento globali e refrigerate ottimizzate. Questo risultato aiuta a quantificare il valore del mantenimento e del sostegno delle catene alimentari locali.
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