“No Fake News”: questo è il titolo del recentissimo documento a firma dell’Unione del Caldo e del Freddo Green, il gruppo di lavoro nato a Refrigera 2021, poco più di un anno fa, che riunisce in una comune azione alcune importanti aziende italiane della refrigerazione, condizionamento e riscaldamento naturale, specializzatesi nella refrigerazione naturale. Il documento vuole esser un tentativo di “debunking” di affermazioni errate che si leggono o si sentono troppo spesso sui refrigeranti; informazioni che troppo spesso contribuiscono a creare incertezza su tecnologie che invece già oggi possono essere una risposta alle richieste di refrigerazione, riscaldamento e condizionamento: sostenibilità, impatto climatico nullo, efficienza, versatilità di utilizzo, disponibilità nei quantitativi richiesti, stabilità nei confronti di ogni eventuale legislazione futura.
Si tratta di un primo documento che mostra molte potenzialità di sviluppo, un progetto indubbiamente da proseguire perché più che mai oggi – dove le scelte acquistano un peso particolare perché potrebbero determinare il successo o l’insuccesso di una installazione nel futuro prossimo – i tecnici hanno bisogno di chiarezza.
Quali aziende si trovano dietro alla sigla Unione del Caldo e del Freddo Green? Si tratta di nomi famosi in tutto il mondo per la loro competenza in specifiche tecnologie, di aziende che hanno spostato il proprio business in maniera importante sulla refrigerazione naturale nella convinzione – confermata dai fatti – che questo possa dare loro un importante vantaggio competitivo. Queste aziende rappresentano tutto l’universo della refrigerazione naturale, dalla CO2 alla ammoniaca e idrocarburi.
Si tratta di (in ordine alfabetico): Arneg, Carel, Criocabin, Dorin, Eliwell, Embraco Nidec, Enex, Epta, Euroklimat, GTS, LU-VE, SCMFrigo, Teon, Vulkan Italia, Zudek, coordinate nel Gruppo di Lavoro da Legambiente.
Il documento è disponibile QUI