Refrigerazione sostenibile: l’Italia in vantaggio strategico

Credits: NASA

Si è parlato anche di refrigerazione al tradizionale Forum “QualEnergia – XV edizione” tenutosi a Roma a fine novembre, una due giorni di dibattito sul filo rosso di energie e tecnologie alternative per affrontare la crisi climatica. E in un tal dibattito la refrigerazione vi entra di tutto diritto perché possiede le tecnologie per poter abbattere in maniera importante le emissioni del settore del freddo ma anche del caldo, del riscaldamento. Professionisti di diverse estrazioni – da aziende italiane leader mondiali della refrigerazione, a ong italiane ed europee, a rappresentanti della politica impegnati per l’affermazione di una economia decarbonizzata – sono intervenuti al forum.

I messaggi principali degli interventi:

  • la necessità di una strategia politica di lungo termine di prevenzione del cambiamento climatico. La politica italiana dell’ambiente è purtroppo caratterizzata da una strategia di “rammendo” piuttosto che da una strategia di lungo termine: si risponde (giustamente) alle emergenze ma non ci si cura del problema che è causa di quelle emergenze ovvero il cambiamento climatico, sottovalutando anche gli impatti benefici sociali e ambientali e industriali di una politica di prevenzione. (Francesco Mastrapasqua – Presidente Assocold)
  • Dal punto di vista dell’industria, cambiare una tecnologia ogni 15 anni perché quella adottata si rivela problematica non è favorevole per la competitività. Per l’industria occorrono scelte a lungo termine per poter conquistare e mantenere una leadership tecnologica. E le aziende che hanno conquistato questa leadership lo hanno fatto anche perché con anticipo hanno saputo fare scelte che ancor oggi sono valide. (Biagio Lamanna, Carel Industries)
  • L’industria italiana è pronta per le tecnologie sostenibili e l’investimento in tali tecnologie è un investimento che frutta e non un investimento che ha bisogno di sostegni o che mette in pericolo il business. (Biagio Lamanna, Carel Industries)
  • Chi controlla il freddo controlla una buona parte della nostra quotidianità moderna dal settore del cibo ai processi produttivi alla conservazione delle medicine. È
    Costi indicativi di alcuni refrigeranti a confronto (Fonte: EEB – Sabbadin)

    fondamentale, dunque, che si tratti di una tecnologia il più possibile libera da brevetti, da monopoli, da dipendenze da poche aziende, per di più che producono in Paesi terzi, non europei. (Marco Mancini, Legambiente)

  • Nel regolamento F-gas ora in revisione sarebbe necessaria una clausola per evitare che qualsiasi sostanza che rischia di dare composti PFAS non venga adottata come refrigerante alternativo perché vi è il concreto rischio che queste molecole nel giro di pochi anni vengano proibite, compromettendo eventuali investimenti fatti ora, non seguendo il principio di precauzione. (Davide Sabbadin, European Environmental Bureau)
  • La discussione sul Regolamento F-gas, dopo la proposta della Commissione di aprile e dopo gli emendamenti presentati dal Parlamento, è giunta al Consiglio ma probabilmente si raggiungerà un accordo generale solo a marzo, sotto la presidenza svedese. (Federica Fricano, Dirigente Affari Europei Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica)
  • I gas naturali non sono importanti solo dal punto di vista della sostenibilità, ma per quanto riguarda il settore delle pompe di calore essi sono decisamente superiori da un punto di vista di affidabilità, prestazione ed efficienza: si consuma molta meno energia primaria, si dimezzare l’acquisto di energia primaria anche a livello Paese, si dimezza il costo della bolletta e ci si sposta verso l’autonomia energetica.(Ferdinando Pozzani, Amministratore Delegato Theon)
  • Il Disegno di legge per un sistema di incentivazione a favore della refrigerazione
    Luoghi di produzione della maggior parte dei refrigeranti al mondo (Fonte: Mastrapasqua – Assocold)

    sostenibile è stato riproposto alla Camera perché una parte della Politica è convinta che la proposta di quel DDL di sostituire gli impianti obsoleti con impianti più moderni ma soprattutto che utilizzano gas naturali come la CO2 o il propano trovi ora il momento più che maturo affinché vada in porto. Non è uno strumento per dissipare risorse dello Stato ma al contrario per fare un investimento da cui tutti traiamo vantaggio: chiaramente da un punto di vista di riduzione delle emissioni ma anche da un punto di vista dell’economia. (Enrico Cappelletti, Commissione Attività Produttive Camera dei Deputati).

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