Europa: prime reazioni alla proposta di revisione F-gas della Commissione

La proposta di revisione del Regolamento F-gas pubblicata dalla Commissione il 5 aprile sembra lasciare tutti insoddisfatti, anche se per motivi opposti.

A partire dai rappresentanti dell’industria che secondo quanto si legge in un comunicato congiunto di AREA, EPEE ed EHPA si dicono „profondamente preoccupati per la proposta della Commissione europea di revisione del regolamento UE sugli F-Gas appena pubblicata

Secondo queste associazioni la proposta contiene “nuovi e preoccupanti divieti sulle apparecchiature fondamentali per la decarbonizzazione dell’Europa e un insostenibile phase-down”. Si ritiene che l’insufficienza di alternative e di installatori qualificati “decelereranno” in modo massiccio l’affermazione di pompe di calore e altre soluzioni di riscaldamento e raffreddamento necessarie per raggiungere gli obiettivi climatici al 2030 e  gli obiettivi geopolitici espressi nella recente comunicazione #REPowerEU della Commissione europea.

«Pertanto – si legge nel comunicato –  esortiamo i colegislatori (NdR: Parlamento e Consiglio che analizzeranno per prossimi la proposta)  a proteggere gli obiettivi dell’UE garantendo che il regolamento sui gas fluorurati sia compatibile con la disponibilità di apparecchiature, alternative refrigeranti a basso GWP e ingegneri qualificati per installarle».

Thomas Nowak, Segretario generale della European Heat Pump Association (EHPA), ha dichiarato: «Per soddisfare il livello di ambizione stabilito dalla comunicazione “REPowerEU”,  abbiamo bisogno di un acceleratore per le pompa di calore e non di un freno duro alla loro affermazione. Tutte le pompe di calore, compresi i tipi aria-aria, devono essere implementate in modo importante e questo deve essere chiaramente sostenuto da tutte le istituzioni dell’UE. La proposta odierna mette a rischio sia l’annunciata affermazione delle pompe di calore per i prossimi 5 anni, sia l’obiettivo di implementazione al 2030 e 2050. Vi è bisogno di una revisione significativa, se la Commissione vuole raggiungere il suo obiettivo di energie rinnovabili e allontanare l’Europa dall’uso di energia fossile per il riscaldamento e il raffreddamento».

«L’attuale sistema delle quote del regolamento sui gas fluorurati dell’UE riduce già l’uso di HFC dell’88% entro il 2030. La nostra modellazione mostra che questo sarà appena sufficiente per installare i 50 milioni di nuove pompe di calore necessarie per allora» ha affermato Folker Franz, direttore generale dell’EPEE, la European Partnership for Energy and the Environment. «L’UE danneggerebbe la propria causa tagliando ulteriormente la quota: le emissioni di gas serra dei gas fluorurati sono molto ridotte rispetto alle emissioni che possono essere risparmiate sostituendo il riscaldamento a combustibili fossili con apparecchiature a pompa di calore»

Marco Buoni, Presidente dell’Associazione europea degli appaltatori della refrigerazione, del condizionamento e delle pompe di calore (AREA) ha concluso: «È un peccato che l’effetto delle nuove disposizioni sulla formazione degli installatori venga annullato dalla nuova serie di divieti. Con centinaia di migliaia di tecnici che devono essere qualificati per gestire in sicurezza refrigeranti altamente infiammabili, la base di installatori semplicemente non riuscirà a effettuare la conversione in tempo poiché permane una carenza di strutture di formazione e formatori in tutta l’UE».

Nemmeno le associazioni per la protezione ambientale sono molto soddisfatte di questa revisione.

In un comunicato, EIA – Environmental Investigation Agency dichiara insoddisfazione “per  la palese assenza di divieti vitali sulle nuove apparecchiature di refrigerazione, pompe di calore e condizionamento a base di HFC visto che secondo l’analisi della Commisisone intrapresa più di un decennio fa, questi settori avrebbero dovuto essere già passati a alternative rispettose del clima”.

Clare Perry, Climate Campaigns Leader presso l’Environmental Investigation Agency (EIA), con sede a Londra, ha dichiarato: «Sono passati più di 10 anni dall’ultima revisione e la ricchezza di opportunità mancate qui ispira una sensazione di déjà vu. Questa proposta non va abbastanza lontano da eliminare l’uso degli HFC e, a meno che non venga modificata in modo significativo, si tradurrà in un altro decennio perduto di azione sui cambiamenti climatici in un momento in cui il mondo meno può permetterselo».

Dopo l’invasione dell’Ucraina, il piano REPowerEU della Commissione mira ora all’installazione di 30 milioni di nuove pompe di calore entro il 2030 per ridurre la dipendenza dal gas russo. A questo proposito Perry ha aggiunto: «Dato questo tanto necessario e tardivo lancio delle pompe di calore, è fondamentale che il regolamento rivisto sui gas fluorurati includa misure solide per garantire che queste pompe di calore non si fermino all’uso di refrigeranti HFC, mettendo di fatto un regolamento contro l’altro»

«I refrigeranti naturali rispettosi del clima possono coprire una parte significativa del mercato delle pompe di calore, quindi è possibile una doppia vittoria climatica, se il Parlamento e il Consiglio hanno la visione per realizzarlo. Aspettare fino al 2027 per l’entrata in vigore dei divieti non è un’opzione».

Gradite invece le revisioni per accelerare l’eliminazione graduale degli HFC e affrontare il commercio illegale di HFC, sebbene permangano dubbi sull’efficacia del regolamento sui gas fluorurati per colmare le lacune di transito attualmente sfruttate dai trafficanti del mercato nero.

La questione delle pompe di calore è affrontata anche da EBB  – European Environmental Bureau che in un suo comunicato afferma: «Di fronte all’urgenza di cercare l’indipendenza dalle importazioni di gas russe, la Commissione ha adottato il regolamento sugli F-Gas per rilanciare il mercato delle pompe di calore e accelerare la transizione del riscaldamento verde in Europa. Ma non è riuscita a porre i limiti in base alle pompe di calore più performanti già oggi sul mercato e che lavorano con refrigeranti naturali con GWP inferiore a 5. Senza un divieto più rigoroso sui refrigeranti fluorurati nel mercato delle pompe di calore, il tanto necessario spostamento dalle caldaie a gas offrirà minori benefici climatici a causa delle emissioni climatiche indirette degli HFC attualmente utilizzati nella tecnologia».

L’EEB accoglie con favore la maggiore ambizione climatica del regolamento che introduce alcuni tagli alle quota di emissione e riduce la disponibilità finale delle emissioni al 2% rispetto al valore di riferimento (in calo rispetto al 20% fissato dal regolamento precedente).

Inoltre ritiene che sia un passo avanti l’introduzione di un obiettivo a più lungo termine che allinei il regolamento UE ai ritmi dell’emendamento di Kigali al Protocollo di Montreal, che regola il mercato dei refrigeranti a livello globale. Ma – afferma EEB – è necessaria più ambizione per mantenere l’UE in testa in questo settore: la revisione avrebbe dovuto vietare tutti gli idrofluorocarburi (HFC) per tutte le applicazioni, con l’unica eccezione di quei settori in cui i refrigeranti naturali non sono ancora completamente disponibili.

E infine, per quanto riguarda la formazione, afferma EEB: «Sebbene gran parte dei dettagli si baserà sui prossimi atti di esecuzione, non vi è alcuna menzione degli obiettivi di formazione e delle tabelle di marcia nazionali. Chiediamo al Parlamento di introdurre un obiettivo di formazione di almeno il 50% dei professionisti del riscaldamento e del raffreddamento su pompe di calore e aria condizionata a tutti i refrigeranti in Europa entro il 2025».