Il trasporto marittimo internazionale rappresenta una fonte crescente di emissioni di gas a effetto serra. Secondo studi di IMO – l’Organizzazione marittima internazionale – sono circa 940 milioni le tonnellate/anno di CO2 che si possono ascrivere a questo settore che risulta così responsabile di circa il 2,5% delle emissioni globali di gas serra. Tali emissioni rischiano di aumentare in modo significativo se non saranno messe in atto rapidamente delle misure di mitigazione. Infatti, secondo il 3º studio dell’IMO sui gas a effetto serra, mantenendo invariata la situazione attuale, le emissioni del trasporto marittimo potrebbero aumentare tra il 50% e il 250% entro il 2050 e compromettere gli obiettivi dell’accordo di Parigi.
Per contenere queste emissioni, nel 2018 IMO ha stabilito che le emissioni di gas a effetto serra (GHG) prodotte dal settore marittimo internazionale devono essere ridotte di almeno il 50% entro il 2050.
Anche la Commissione europea è intervenuta sul tema delle emissioni di gas serra dal settore marittimo non solo con azioni concrete, come i contributi a progetti collaborativi EC-IMO per l’efficienza energetica, ma anche favorendo la ricerca e l’innovazione per affermare tecnologie più sostenibili a bordo delle navi.
Proprio in questo contesto si pone il progetto europeo ENGIMMONIA (www.engimmonia.eu), che ha ricevuto finanziamenti dal programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 dell’Unione europea con Grant Agreement n. 955413 e che vuole dimostrare il ruolo chiave che può giocare l’ammoniaca come carburante alternativo del settore marittimo del futuro.
Il Consorzio del progetto analizzerà l ‘uso dell’ammoniaca come combustibile in motori dual fuel (Metano-ammoniaca) presso i laboratori danesi di MAN. «Scopo del progetto non sarà però ottimizzare le loro performance/design – spiega Stefano Barberis, coordinatore di ENGIMMONIA – ma lo studio delle emissioni di inquinanti/gas serra da questi motori (in particolare per N2O).
Inoltre, il Progetto svilupperà e testerà tecnologie flessibili e a basse emissioni di carbonio già dimostrate in applicazioni civili. «In particolare si parla qui di soluzioni ORC (Organic Rankine Cycle) e chiller ad adsorbimento per la produzione di freddo valorizzando il calore di scarto dei motori di bordo, superfici fotovoltaiche integrabili in parti strutturali dei natanti strumenti per l’ottimizzazione della gestione dei sistemi energetici di bordo e infine sistemi innovativi di post-trattamento dei gas di scarico per motori dual fuel ammoniaca-gas naturale (EATS)»
Il Progetto, coordinato da RINA Consulting SpA, è iniziato nel maggio 2021 e terminerà nel 2025. Esso capitalizzerà precedenti iniziative di ricerca e sviluppo che hanno già testato alcune di queste tecnologie per l’applicazione terrestre, spostandole nel settore marino anche da un punto di vista normativo/commerciale.
Le tecnologie saranno dimostrate in motori di scala reale (MAN) e a bordo di tre navi attraverso alcune installazioni di piccola taglia: una petroliera (FAMOUS), una nave porta container (DANAOS) e un traghetto (ANEK), per poter così dimostrare la loro replicabilità a bordo di diversi tipi di navi.
In particolare
- Su un traghetto ANEK si installeranno un chiller ad adsorbimento (2×25 -30 kWc) e 50m2 di superficie fotovoltaica anche calpestabile
- Su una nave gestita da FAMOUS si installeranno una unità ORC 200 kW eP e 25 m2 di superficie fotovoltaica, anche calpestabile
- Su una nave portacontainer DANAOS 25 m2 di superficie fotovoltaica anche calpestabile