Green Cooling Summit: strumenti per affermare una refrigerazione sostenibile

Sebbene i casi applicativi di successo di refrigeranti naturali aumentino di anno in anno, vi sono ancora molti ostacoli ad una affermazione più forte di tali tecnologie e, a parte forse il caso della refrigerazione domestica in Europa, sul totale delle applicazioni la refrigerazione naturale non è la tecnologia dominante.

Quali elementi sono necessari allora ad una maggiore affermazione di tali tecnologie che sono, a ben vedere le uniche in grado di assicurare una stabilità contro ogni legislazione?

Armin Hafner, professore presso la Norwegian University of Science and Technology (NTNU) di Trondheim in Norvegia, intervenuto al Green Cooling Summit, prova a fare un riassunto degli elementi essenziali per facilitare l’affermazione di tali tecnologie, elementi che a ben vedere non sono di natura tecnica, indice della maturità raggiunta da queste tecnologie:

  • Training, innazitutto: il training e il trasferimento di know how sono fondamentali per poter assicurare una affermazione die refrigeranti naturali in tutta sicurezza. È necessario formare tecnici in grado di installare e gestire gli impianti e in grado soprattutto di consigliare ai propri clienti le considerazioni da fare nella scelta di un nuovo impianto. La refrigerazione naturale permette di guardare al futuro in tutta sicurezza, senza esporsi al rischio di dover nuovamente fare i conti con scarsità di refrigeranti, nuovi divieti, etc. Anche la questione dell’infiammabilità, tossicità o alte pressioni di lavoro di alcuni refrigeranti naturali si inserisce a ben vedere nella questione del training. Non vi è nessuna di queste caratteristiche che non possa essere gestita in totale sicurezza e per la quale non vi sia stato un adeguato sviluppo tecnologico. Tutto risiede dunque nell’avere le competenze per poter affrontare queste caratteristiche. Per poterle acquisire, il training è elemento imprescindibile.
  • Consapevolezza dell’Utente: anche l’utente deve fare la sua parte. Nella scelta di un refrigerante l’utente o il proprietario dell’impianto deve sapere a cosa va incontro in termini di costi durante il ciclo di vita, costi del refrigerante, costi di smaltimento a fine vita dell’impianto. In generale – afferma Hafner – è necessario che l’utente conosca i costi reali della gestione dell’impianto.
  • Oltre GWP e ODS: secondo quanto afferma Armin Hafner, dovrebbe diventare obbligatorio considerare di ogni refrigerante non solo il suo valore di GWP e ODS ma anche l’impatto generale sull’ambiente, sia della molecola in sé, che dei suoi prodotti di degradazione in atmosfera, che dei prodotti secondari che si formano durante la sua produzione. Si tratta di una considerazione importante, soprattutto alla luce di recenti studi condotti da diverse istituzioni che mostrano come dalla produzione di alcuni refrigeranti o dalla loro degradazione nell’ecosistema si generino molecole tutt’altro che ecosostenibili. Infine, parlando di efficienza energetica, bisognerebbe considerare non solo i risparmi energetici che l’uso di un refrigerante permette di ottenere ma anche l’energia necessaria per produrlo. Se questa è tale da annullare i primi, difficilmente si potrà parlare di un refrigerante sostenibile.
  • Dedicare fondi per poter affrontare il costo iniziale dell’impianto: molto spesso le soluzioni a refrigerante naturale non vengono scelte a causa di loro costi inziali (CAPEX) superiori a quelli di soluzioni tradizionali. E questo nonostante poi i costi operazionali possano risultare decisamente inferiori (OPEX) e vantaggiosi per l’operatore dell’impianto. Definire da parte di Banca Mondiale, del Multilateral Funds, dei governi nazionali degli strumenti finanziari per affrontare l’investimento iniziale, da restituire in seguito con i risparmi nella gestione dell’impianto, potrebbe facilitare l’affermazione di impianti a refrigeranti naturali.

Il Green Cooling Summit si è tenuto online a fine maggio ed è stato ospitato da UBA – Agenzia tedesca per l’Ambiente, dal GIZ Gesellschaft für Internationale Zusammenarbeit (Società per la Cooperazione Internazionale) – e dal Ministero tedesco per l’Ambiente