Eurovent: armonizzare la legislazione per affermare i nuovi refrigeranti nel settore HVAC

Nel processo di revisione del Regolamento F-gas in atto e che dovrebbe portare a fine 2021 a una prima bozza per un nuovo Regolamento, la Commissione europea ha organizzato a maggio un incontro tra le Parti interessate in cui ha presentato studi preliminari realizzati dai suoi Consulenti. Sulla base di questi studi si vogliono modellare nuovi scenari di sostituzione dei gas fluorurati fino al 2050, la riduzione degli F-gas dovrebbe anche  essere armonizzata in base alle richieste dell’emendamento di Kigali al Protocollo di Montreal e alla necessità di decarbonizzazione prevista dal Green Deal europeo.

Tra gli scenari proposti dalla Commissione sono in particolare quelli riguardanti i chiller, le pompe di calore e i grandi split e VRF e rooftop che hanno suscitato una reazione di insoddisfazione da parte di molte associazioni, tra cui anche Eurovent. Secondo questi scenari, infatti, (vedi tabella 1), indicati come “scenari di massima riduzione”, si prevede che gli idrocarburi potrebbero essere utilizzati

  • fino al 90% in piccole pompe di calore a partire dal 2025
  • in tutti i grandi condizionatori d’aria split e VRF a partire dal 2030.
Figura 1: Vendite 2020 di refrigeratori [%] (modalità solo freddo e modalità riscaldamento e raffreddamento) nell’UE27. Si suddivide il mercato per tipo di compressore e per refrigerante utilizzato. Dati di Eurovent (cliccare per ingrandire)
Da dove deriva la preoccupazione di Eurovent? Innanzitutto, dal fatto che secondo le analisi della Associazione sull’attuale penetrazione nel mercato dei refrigeranti non fluorurati per le macchine quali ad esempio chiller, oggi – 2021 – la situazione è tale per cui questa modellazione risulterebbe completamente irrealistica. Secondo Eurovent, infatti, la situazione è quella riportata in Figura 1 dove si vede come ad oggi la penetrazione degli HC nei chiller (cooling only-heating and cooling) sia più o meno a livelli zero, per cui anche temporalmente risulterebbe difficile realizzare i modelli proposti dalla Commissione. Ma non è solo una questione temporale. In dialogo con Francesco Scuderi, Vice Segretario Generale di Eurovent.

  • Oltre all’orizzonte temporale, cosa vi preoccupa di questo modello?

Le analisi fatte dal Consulente non solo non considerano la situazione attuale del mercato ma non considerano neanche quelli che sono i requisiti di sicurezza definiti dalle direttive europee, né quelli locali o regionali che impediscono spesso l’uso di refrigeranti A3 o addirittura di A2L. Questo è, ad esempio, il caso della Francia, dove nei luoghi ad accesso pubblico entrambi non sono permessi.  In Europa abbiamo direttive e leggi nazionali che vanno oltre gli standard di sicurezza del prodotto e che fanno da barriera all’uso di refrigeranti A2L e A3. Questo è vero soprattutto per il settore del condizionamento e riscaldamento che infatti è il più insoddisfatto riguardo a questi modelli. Come faccio a sostituire un refrigerante con un altro quando esistono nazioni in cui questi refrigeranti non sono permessi e quando il time to market richiesto, vista la situazione attuale, è necessariamente più lungo dell’orizzonte temporale proposto?

  • Se si allungasse l’orizzonte temporale?

La soluzione non risiede nello spostare il limite temporale ma nella realizzazione di una situazione normativa “pulita”, che armonizzi direttive europee e nazionali permettendo l’uso di questi refrigeranti che vogliamo affermare. Solo allora l’industria potrà iniziare a investire seriamente e massivamente in questa direzione, a fare la progettazione del prodotto, a rendere la componentistica disponibile, etc. Lo scenario che abbiamo ora è uno scenario senza portfolio di prodotti a disposizione, in una situazione in cui, se anche ci fosse un buon portfolio a disposizione, ci sono situazioni legislative diverse tra Stati membri anche per lo stesso refrigerante. Come si fa in una situazione così frammentaria ad affermare scenari che invece prevedono una soluzione quasi omogenea?

  • Per quanto riguarda lo sviluppo di macchine e componenti per gli A3 nel condizionamento, potrebbe succedere la stessa cosa che è successa per la CO2 transcritica che nel giro di pochi anni è arrivata a livelli tecnologici elevatissimi…

Innanzitutto, bisogna considerare che nel caso della CO2 dieci anni fa la questione era veramente solo tecnologica. Non vi erano limiti di sicurezza al suo uso e, infatti, raggiunta la maturità tecnologica, ha iniziato a diffondersi ed è ormai  quasi uno standard nei nuovi supermercati commerciali. Sempre nel commerciale, gli A3 si sono sviluppati nei limiti delle relative norme di sicurezza del prodotto (es. IEC 60335-2-89). Queste applicazioni, dunque, non soffrono delle stesse barriere di cui invece soffre oggi il condizionamento dell’aria. I regolamenti edilizi impongono restrizioni molto severe nell’uso dei refrigeranti A2L e/o A3 per il condizionamento. Inoltre, anche i regolamenti edilizi nazionali devono essere presi in debita considerazione. A titolo di esempio, in Francia l’attuale CH35 (Arrêté du 10 mai 2019 modifiant l’arrêté du 25 juin 1980) e il GH37 (Arrêté du 10 mai 2019 modifiant l’arrêté du 30 décembre 2011), che coprono edifici aperti al pubblico e i grattacieli, rispettivamente, rappresentano barriere all’utilizzo dei refrigeranti A2L e A3. È impossibile fissare obiettivi ambiziosi a livello dell’UE senza prima eliminare questi ostacoli. Una volta eliminati, i produttori avranno ancora bisogno di tempo aggiuntivo per la progettazione e la fabbricazione del prodotto in linea con i nuovi requisiti. Questo di solito richiede almeno 5-7 anni. L’approccio di modellizzazione proposto può essere considerato solo in un quadro in cui queste barriere di sicurezza non esistono più e le diverse misure in tutta Europa siano state completamente armonizzate. Dobbiamo andare verso uno scenario che deve essere in linea con quelli che sono gli obiettivi della Commissione di neutralità climatica, che noi peraltro sosteniamo fortemente.  Fermo restando che il principio della efficienza energetica rimane altrettanto importante da perseguire.

  • Per quanto riguarda l’efficienza alcune macchine già oggi raggiungono i parametri anche con A3…

Si torna sempre lì: in Europa abbiamo una situazione legislativa che rende difficile la realizzazione degli scenari proposti dalla Commissione. È necessario un massivo lavoro di armonizzazione tra Regolamenti e le condizioni che portino alla realizzazione degli scenari prospettati.

  • Se doveste descrivere voi un possibile scenario, cosa proporreste?

Saremmo partiti dalla reale situazione del mercato che mostra, secondo i nostri dati, un trend in cui per ora non sono presenti i refrigeranti proposti dalla Commissione e di questo bisogna tener conto quando si parla di scenari futuri. Inoltre, avremmo considerato la reale situazione legislativa che, come detto, pone dei limiti all’uso dei refrigeranti proposti ed è molto frammentaria tra i vari Stati membri. Questo è il punto di partenza. Noi affermiamo che questo scenario di sostituzione va ripensato in quest’ottica. Alla luce di queste barriere, Eurovent suggerisce fortemente di riconsiderare lo scenario di massima sostituzione proposto, altrimenti esso potrebbe portare a conclusioni premature e potenzialmente fuorvianti.

  • Questo richiederebbe un lavoro trasversale e concertato tra i diversi Direttorati Generali della Commissione…

Sì. Le opzioni politiche prese in considerazione per la revisione del regolamento sui gas fluorurati devono essere compatibili e allineate con le ambizioni di qualsiasi altra iniziativa politica dell’UE pertinente, anche nell’ambito della progettazione ecocompatibile.

  • Concretamente, dunque, cosa chiedete alla Commissione?

Premettendo che Eurovent desidera ribadire il suo pieno sostegno al Regolamento sui gas fluorurati e conferma il suo sostegno a DG CLIMA e ai Consulenti incaricati dello studio di revisione, alla luce di quanto detto inviteremmo il Consulente a rivalutare la potenziale quota futura di gas fluorurati nelle nuove apparecchiature e a rivedere di conseguenza le future opzioni politiche.

 

Tabella 1 – vedi testo

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