EHPA e Trane Technologies dialogano sul futuro delle pompe di calore

Novak e La Loggia alal London Climate Action Week

Jose La Loggia – Presidente, Commercial HVAC  (EMEA) Trane Technologies – e Thomas Nowak, Segretario generale di EHPA (European Heat Pump Association) si sono confrontati in un colloquio “accanto al caminetto” durante la London Climate Action Week settimana scorsa sul tema delle pompe di calore e sul loro potenziale ruolo nella decarbonizzazione del settore freddo/caldo in Europa. A guardar bene – afferma Nowak – le pompe di calore hanno tutte le carte in regola per rispondere alle richieste di decarbonizzazione dell’economia europea: funzionano a energia elettrica, che può essere prodotta da fonti rinnovabili; non emettono CO2; sono altamente efficienti, molto più efficienti dei migliori boiler; accoppiano riscaldamento e raffrescamento in un unico apparecchio e un’unica installazione e non da ultimo sono in grado di utilizzare cascami di calore come fonte di energia termica, dando un plus valore a qualcosa che altrimenti verrebbe sprecato.

Eppure, secondo Nowak, soprattutto a livello di Stati Membri, non vi sono politiche sufficienti per sostenere come necessario questa tecnologia. In ultima analisi una delle difficoltà per l’affermazione delle pompe di calore è ancora l’investimento iniziale, maggiore di altre forme di riscaldamento. A questo proposito – afferma La Loggia – la leva principale per aumentare l’interesse delle Utenze nei confronti delle pompe di calore deve essere l’efficienza energetica: con tale tecnologia si ha un enorme incremento di efficienza. «Con una pompa di calore aria/aria Immetti 1 unità di energia e ne ottiene 3-3,5. Ma pompe di calore acqua/aria possono arrivare addirittura a 4» afferma La Loggia. Il beneficio primo per l’Utenza risiede proprio qui, nel grosso efficientamento e nella conseguente riduzione del costo in bolletta. E poi, ovviamente, vi è la riduzione delle emissioni di CO2 che può essere vista come contributo al cambiamento climatico ma anche come contributo a migliorare l’aria nei centri urbani.

Integrazione di funzioni

A ben vedere però la trasformazione del settore raffrescamento/riscaldamento verso l’elettrificazione e l’utilizzo delle pompe di calore costituisce un vero salto quantico. Tale tecnologia incarna il principio di integrazione e sinergia delle funzioni: con un unico apparecchio e un unico circuito si fornisce agli edifici il confort ambientale di cui hanno bisogno. È questa, secondo La Loggia, la vera forza delle pompe di calore: unire efficienza sostenibilità e integrazione di funzioni. Per questo, ragionare solo in termini di costi è non solo riduttivo ma fuorviante: se lo si vuole fare, il termine di paragone non dovrebbe esser il boiler tradizionale quanto il boiler+ il condizionatore.

L’industria è pronta

La nuova politica del Green Deal con la sua strategia sull’integrazione prevede che al 2030 il 40% degli edifici residenziali e il 60% degli edifici commerciali siano riscaldati/raffreddati tramite elettricità. Questo significa fondamentalmente installare pompe di calore.

Secondo calcoli di EHPA, queste politiche porteranno al 2030 ad avere un installato quattro volte superiore ad oggi. Chiede Nowak: l’industria è pronta per affrontare una tale crescita? Secondo La Loggia l’industria è pronta non solo a offrire il numero richiesto, ma anche a offrire una serie di soluzioni in grado di integrarsi nel concetto più moderno di edificio: “la casa elettrica”, ovvero quella che produce energia dal fotovoltaico posto sul tetto e con questa energia riscalda, raffredda e magari carica l’auto elettrica. Integrazione per antonomasia. L’industria dispone già oggi di soluzioni in grado di integrarsi in sistemi così variegati e complessi e di sistemi per il loro controllo.

Inquinamento termico

Cosa si auspicherebbe l’industria dalla politica? Afferma la Loggia: un ampliamento del concetto di inquinamento a comprendere la dispersione di cascami di calore nell’ambiente «Nel momento in cui si dispone di tecnologie come le pompe di calore, in grado di utilizzare questo calore, la sua dispersione nell’ambiente andrebbe vietata e considerata una forma di inquinamento». Noi siamo d’accordo. E voi?