GLI EFFETTI DEL DPCM 24 OTTOBRE IMPATTANO SULL’INTERA FILIERA DELL’HORECA

La crisi economica legata alla pandemia COVID-19 e la prolungata situazione di lockdown della scorsa primavera, oltre alle misure restrittive tenute in vigore nel corso dei mesi successivi, hanno impattato profondamente sulla filiera Ho.Re.Ca (Hotel – Restaurant – Catering). La chiusura alle ore 18 di bar, alberghi e ristoranti, prevista già dal Dpcm in vigore dallo scorso lunedì 26 ottobre, ha ulteriormente aggravato la situazione per tutta la filiera dell’Ho.Re.Ca, composta non solo dagli esercizi che ricevono gli utenti, ma anche dall’articolata e diffusa rete di produttori che forniscono le tecnologie e le attrezzature che rendono l’Italia un’eccellenza mondiale nell’accoglienza.

Nella consapevolezza che sia necessario prevedere misure straordinarie per contenere la pandemia e tutelare la salute dei cittadini, Anima Confindustria, con le sue associazioni Aqua Italia, Assofoodtec e Fiac, e APPLiA Italia Confindustria con EFCEM Italia, sottolineano la grave condizione di instabilità economica che sta colpendo le aziende e i lavoratori dell’intera filiera dell’Ho.Re.Ca e sollecitano il Governo e le istituzioni per sostenere le imprese. La proposta, da un lato, è di allargare il perimetro dei beneficiari dei risarcimenti erogati dal Governo con il recente “Decreto Ristori”, e dall’altro di introdurre specifici incentivi per stimolare gli investimenti degli esercenti in vista di una ripartenza auspicata come prossima.

«La tutela della salute viene, ovviamente, prima di tutto. Ma ricordiamoci che gli esercenti hanno già dovuto fare importanti investimenti, durante il primo lockdown, per potere riaprire in sicurezza» dichiara Andrea Salati Chiodini, presidente di Assofoodtec, l’Associazione italiana dei Costruttori di macchine, impianti, attrezzature per la produzione, la lavorazione e la conservazione alimentare. «Quando si chiudono bar, ristoranti e alberghi, bisogna ricordarsi che dietro di loro c’è un’intera filiera che rischia di chiudere».