Il contributo dei refrigeranti all’aumento delle temperature medie globali

LBNL
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Uno studio del 2015 condotto da ERNEST ORLANDO LAWRENCE BERKELEY NATIONAL LABORATORY mostra un grafico molto interessante. Il grafico riporta gli andamenti previsti per le temperature medie globali in vari scenari:

  1. senza protocollo di Montreal
  2. Business as usual
  3. con misure mirate a mitigare solo le emissioni di CO2 (che per il settore del freddo significa le emissioni indirette)
  4. con controllo delle emissioni di CO2, del metano e del cosidetto black carbon
  5. con l’inclusione nel punto 4 anche degli HFC.

Il risultato è che solo includendo nel controllo delle emissioni anche gli HFC – ovvero le emissioni dirette degli apparecchi del freddo – si riesce a mantenere l’aumento delle temperature medie globali al di sotto dei 2°C come richiesto dagli Accordi di Parigi.

Cosa significa questo? Significa che sebbene sia tutto vero quanto ultimamente si afferma con insistenza da più parti e cioè che per rendere il freddo più sostenibile bisogna aumentare l’efficienza degli apparecchi e la quota di elettricità da fonti rinnovabili, vale anche che se non si controllano le emissioni di HFC non si raggiungeranno mai gli obiettivi di Parigi. L’efficienza è importante, le rinnovabili anche, ma senza un effettivo controllo anche degli HFC non arriveremo mai a risultati che possono salvare il clima.